Minacce prima della chiusura
alla Ibs Forex di piazza Grimoldi

Pochi giorni prima di Ferragosto, uno sconosciuto armato di coltello si era presentato negli uffici della società finanziaria con sede in piazza Grimoldi, pretendendo la restituzione di una ingente somma di denaro

COMO Pochi giorni prima di Ferragosto, uno sconosciuto armato di coltello si era presentato negli uffici di Ibs Forex, la società finanziaria con sede in piazza Grimoldi, pretendendo la restituzione di una ingente somma di denaro. La circostanza filtra a margine dell’inchiesta che la Procura di Como ha avviato sul salatissimo scivolone costato, lo ricordiamo, una sessantina di milioni di euro, bruciati con una serie di investimenti sbagliati sul mercato valutario. I dettagli sull’episodio non sono moltissimi, ma raccontano molto del clima preceduto alla chiusura degli uffici comaschi.

Siamo in piena estate e, in piazza Grimoldi, i vertici di Ibs tentano disperatamente di far quadrare conti che in realtà non quadreranno mai più. Sui monitor rimbalzano notiziari finanziari e dati del Forex - il Foreign exchange, il mercato valutario. Uno sconosciuto irrompe improvvisamente negli uffici, si avvicina a uno dei responsabili, estrae un coltello e glielo punta alla gola minacciandolo di morte. Parla con un forte accento siciliano, e sa farsi capire molto bene. Dice di volere indietro i suoi soldi. Il fuggi fuggi generale è delle ore immediatamente successive. Impiegati, segretarie e responsabili decidono che è meglio togliersi di torno. Chiudono gli uffici e spariscono, rendendosi irreperibili alla quindicina di promotori finanziari che inutilmente tenteranno di contattarli nei giorni seguenti.

Sul fronte dell’inchiesta, la Procura avrebbe ormai esaurito la fase delle audizioni. A palazzo, davanti al pm Massimo Astori, hanno deposto anche gli ultimi testimoni. Il quadro, ormai consolidato, è quello di una chiusura imposta dai risultati catastrofici di una serie di investimenti. Ricostruita la mappa dei creditori, rimangono da chiarire ruoli e responsabilità in seno all’organigramma aziendale. I vertici si sono già difesi: dicono che gli investitori erano consci dei rischi cui si esponevano.

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