S. Anna, l'asta delle polemiche
Gli inquilini contestano i lavori

 Vendita degli immobili del Sant’Anna, dopo le critiche per la carenza di informazioni sul loro destino, gli inquilini e i sindacati aprono un nuovo fronte polemico e denunciano una serie di errori nei documenti forniti in questi giorni da Infrastrutture Lombarde ai sindacati

COMO Vendita degli immobili del Sant’Anna, è di nuovo caos. L’azienda ospedaliera, con il supporto tecnico di Infrastrutture Lombarde, a novembre metterà all’asta 16 fabbricati e 579mila metri quadrati di terreni di proprietà, con l’obiettivo di ricavare i 30 milioni di euro necessari per far quadrare il piano finanziario del nuovo ospedale. Ma dopo le critiche per la carenza di informazioni sul loro destino, gli inquilini e i sindacati aprono un nuovo fronte polemico. Nel mirino mettono sia le perizie sul valore dei singoli appartamenti, sia le modalità scelte per l’alienazione del patrimonio.
Rispetto al primo punto, denunciano una serie di errori nei documenti forniti in questi giorni da Infrastrutture Lombarde ai sindacati, documenti che costituiscono una bozza del bando di gara per la vendita degli immobili. Secondo queste tabelle, all’asta andranno 12 lotti (composti da uno o più fabbricati), per ciascuno dei quali viene riportato il valore stimato dall’Agenzia del territorio di Como. Non solo. Compaiono anche la metratura e il valore assegnato a ogni singolo appartamento. Ed è proprio su questi due aspetti che gli inquilini puntano l’indice: «In caso di vendita frazionata del palazzo, chi vuole esercitare il diritto di prelazione deve sborsare la cifra stimata dall’Agenzia del territorio - ricordano - Peccato che, spesso, le metrature riportate non corrispondano a quelle reali. E per di più non si è tenuto conto del pessimo stato in cui versano molte abitazioni». Lucia Cassina, della segreteria Cgil, conferma: «Mi hanno contattato alcune persone per segnalare questi clamorosi errori. D’altra parte non sono stati fatti sopralluoghi, pare che le stime siano basate solo sui riferimenti catastali e sull’anno di costruzione». Il sindacato annuncia battaglia sul punto, così come sulle modalità previste per la vendita. In particolare, critica la decisione - messa nero su bianco nello stesso documento inviato ai sindacati - di vendere da cielo a terra (ossia “in blocco”) ben 10 dei 13 palazzi cittadini (come riportiamo nella scheda in pagina), oltre a 2 dei 3 fuori Como: «Esercitare la prelazione diventa quasi impossibile - dice Cassina - Gli inquilini, infatti, dovrebbero associarsi e comprare tutto il palazzo. Possono riuscirci solo se tutti gli appartamenti sono occupati, di fatto ognuno si comprerebbe l’appartamento che oggi ha in affitto. Ma nei palazzi in vendita spesso ci sono alcuni appartamenti affittati e altri no: in questi casi gli inquilini, per salvare la casa, dovrebbero unirsi e acquistare anche tutte le altre unità immobiliari. È assurdo. In questi giorni chiederemo un meccanismo diverso, che salvaguardi davvero gli affittuari».
Michele Sada

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