E c'è chi invoca le dimissioni
del sindaco Bruni e di Caradonna

L’opposizione chiede le dimissioni del sindaco e di Caradonna, Area 2010 prepara una petizione per «interrompere lo scempio» e far dimettere Bruni. A questo si aggiunge un esposto in procura dell’ex Udc Luigi Bottone

Como - L’opposizione chiede le dimissioni del sindaco e di Caradonna, Area 2010 prepara una petizione per «interrompere lo scempio» e far dimettere Bruni. A questo si aggiunge un esposto in procura che l’ex Udc Luigi Bottone depositerà questa mattina e la richiesta di Vittorio Mottola (Pd) di verifiche da parte della polizia locale (oggi chiederà un intervento anche ai carabinieri). La Lega Nord annuncia richieste di chiarimenti su documenti e progetti e il Pdl per prima cosa andrà a vedere il cantiere (questa mattina), ma è pronto a chiedere verifiche.

Insomma, quanto si vede dalle vetrate aperte sul cantiere del lungolago non piace nemmeno agli amministratori di Palazzo Cernezzi. E sommato a quanto sta succedendo sulla vicenda Ticosa ha portato l’opposizione a chiedere la testa del primo cittadino. «Domani (oggi, ndr) - spiega Luigi Bottone - presenterò un esposto in procura per far sì che faccia chiarezza e verifichi che tutto sia in regola. Ritengo un dovere, da parte mia, interessare la procura perché il lago di Como è un valore primario per la città e deve essere tutelato. Per rispetto mio e degli elettori mi sono sentito obbligato a farlo». Il leader dell’opposizione, Luca Gaffuri tuona: «La gestione di questa vicenda è frutto dell’improvvisazione e si aggiunge a Ticosa, Trevitex, mancato palazzetto dello sport. Penso sia arrivato il momento che sindaco e Caradonna levino le tende assumendosi pienamente la responsabilità dello sfacelo in cui ci hanno condotto.

Il bene più prezioso di Como è il paesaggio della città ed è stato oscurato grazie a quest’opera e questo è incomprensibile a ogni cittadino. Chiediamo la convocazione del consiglio comunale straordinario per chiarire le responsabilità e invitiamo già da ora la cittadinanza a partecipare». Alessandro Rapinese (Area 2010) lancia la petizione popolare: «Sto valutando tutte le strade democratiche e pacifiche per impedire che lo scempio prosegua. In ultima analisi sono disposto a valutare anche soluzioni drastiche. Demolire 50 centimetri non serve. Avevano detto ai comaschi che allargavano la passeggiata, non che avrebbero nascosto il lago. Lancerò una petizione per chiedere l’interruzione dello scempio e le dimissioni del sindaco che ha dimostrato per l’ennesima volta di odiare como». «Comunque vada, per la gravità della vicenda e l’allarme suscitato nella comunità, tutti i responsabili, a iniziare dall’assessore e a continuare con i tecnici autori di questo scempio, devono essere messi nella condizione di non più nuocere per cui o se ne vanno oppure verranno dimessi - aggiunge Marcello Iantorno (Pd) - e il muro deve essere subito smantellato per intero e non sarà tollerata nemmeno la perdita di pochi centimetri di vista del paesaggio, altrimenti i cittadini e noi con loro lo abbatteranno con il piccone».

Scettica anche la maggioranza. «Farò il sopralluogo - dice il capogruppo della Lega Nord Giampiero Ajani - e chiederò l’accesso atti per conoscere nei dettagli il progetto originario, le varianti in corso d’opera e quello che è stato appaltato. Un muro così alto certamente toglie la vista in una zona bellissima. Voglio sapere chi è la persona o le persone che hanno deciso di alzare il muro». Il capogruppo Pdl Marco Butti: «Alla luce dei sopralluoghi di questi due giorni ci sarà una nuova discussione perché tutto va approfondito. Prima però andremo a vedere all’interno del cantiere. Anche sulla perizia non approvata chiederemo chiarezza».
Gisella Roncoroni

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