Ruralità fiscale e case fantasma
Guai per tremila contribuenti

Fino a tutto il 2009, l’attenzione dell’Ufficio provinciale dell’Agenzia del territorio è rivolta ai fabbricati rurali (36 mila in provincia, di cui tremila in città). Dagli uffici di via Italia Libera sono partite oltre 2.500 lettere sulle 3.000 previste entro fine 2009

COMO Como città di contadini. Anche da noi si cominciano a vedere i primi risultati della campagna all’evasione e all’elusione fiscale immobiliare promossa dall’Agenzia del territorio. L’operazione era cominciata nel 2006, attraverso il confronto informatico tra le informazioni presenti negli archivi catastali e la realtà territoriale rappresentata da immagini aeree ad alta risoluzione realizzate in collaborazione con Agea e Sogei: in pratica, un aereo ha fotografato la situazione dall’alto che poi è stata sovrapposta alle mappe catastali, in modo da rilevare incongruenze o anomalie, quali abitazioni che hanno subito importanti migliorie e sulle quali i proprietari non pagano tasse o le pagano sulla base di parametri superati, per arrivare addirittura a immobili nascosti al catasto, le cosiddette “case fantasma”.
Fino a tutto il 2009, l’attenzione dell’Ufficio provinciale dell’Agenzia del territorio è rivolta ai fabbricati rurali (36 mila in provincia, di cui tremila in città). Dagli uffici di via Italia Libera sono partite oltre 2.500 lettere sulle 3.000 previste entro fine 2009 (564 relative a immobili della città) nelle quali si fa notare ai proprietari «che non appare riscontrabile l’esistenza dei requisiti per il riconoscimento della ruralità ai fini fiscali». I proprietari hanno la possibilità di compilare un modulo per dimostrare il contrario oppure decidere di sanare la propria posizione.
Nel caso non riceva nessuna risposta, l’Agenzia del territorio effettua un sopralluogo i cui costi sono ovviamente a carico del proprietario del fabbricato, costi ben superiori di quanto avrebbe pagato se avesse incaricato della verifica un proprio professionista.
Cosa è emerso dai primi dati della campagna? Che una percentuale variabile tra il 5 e il 15 per cento è costituita dai cosiddetti “furbetti”. «Costoro - come conferma il direttore dell’Agenzia delle entrate di Como Francesco Librizzi - dovranno, oltre che mettersi in regola per il futuro, pagare le tasse arretrate, in certi casi fino a cinque anni prima dell’accertamento». Attenzione, però: questi soldi non vanno all’Agenzia del territorio, bensì al Comune, che è collegato per via telematica alla banca dati dell’Agenzia. In modo così da aumentare la fiscalità locale.
Da gennaio dell’anno prossimo dovrebbero iniziare le verifiche a campione anche sui fabbricati non rurali. I tempi e i modi sono legati alle potenzialità dell’ufficio di Como, che conta una settantina di dipendenti; i risultati dell’attività di controllo sono comunque consultabili sul sito internet www.agenziadelterritorio.it.
Gigi Albanese

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