«Bonifica, usiamo i soldi per altro»
E in consiglio scoppia la polemica

 Il mutuo messo a bilancio per la bonifica del sottosuolo dell’area Ticosa (circa 1,6 milioni di euro) potrebbe essere utilizzato per altri interventi che altrimenti non sarebbero fattibili a causa delle scarse finanze del Comune. Un’ipotesi emersa all'esame della manovra di riequilibrio di bilancio che prevede l’applicazione dell’avanzo di bilancio dell’anno scorso (oltre 5 milioni)

COMO Il mutuo messo a bilancio per la bonifica del sottosuolo dell’area Ticosa (circa 1,6 milioni di euro) potrebbe essere utilizzato per altri interventi che altrimenti non sarebbero fattibili a causa delle scarse finanze del Comune. Un’ipotesi, questa, emersa in sede di commissione al momento di esaminare la manovra di riequilibrio di bilancio approvata l’altra sera dal consiglio comunale (con solo i voti favorevoli della maggioranza) che prevede l’applicazione dell’avanzo di bilancio dell’anno scorso (oltre 5 milioni). Ad avere ventilato questa ipotesi è stato il ragioniere capo Raffaele Buononato. Ora, però, i consiglieri dell’opposizione temono che quello che è stato propinato come uno degli scenari possibili si trasformi nell’unica certezza. È stato Bruno Magatti (Paco) a esprimere le forti perplessità comuni a tutta l’opposizione (ma anche a parte della maggioranza), e cioè che nella lettera che Multi (società che ha vinto l’appalto per i lavori sull’ex Ticosa) ha inviato al Comune e che il sindaco Stefano Bruni ha deciso di segretare per un mese, ci sia un’avvilente quanto allarmante realtà. «In commissione il ragioniere capo - ha tuonato apertamente in aula Magatti senza paura di smentite - ha ipotizzato che si possano utilizzare il mutuo messo a bilancio per la bonifica dell’area Ticosa per altri investimenti altrimenti impossibili. Questo segna molto di più di un’affermazione negativa contenuta nella lettera di Multi. Ci suggerisce anche che bonifica viene messa nel cassetto, per riparlarne in tempi migliori. Evidentemente non si può più mascherare questa situazione».
Il contenuto della lettera è stato chiamato in causa da più di un consigliere della minoranza. La domanda fatta al sindaco e a Buononato è semplice: «In quella lettera segretata non c’è nulla che possa aiutarci a valutare il riequilibrio di bilancio?». In buona sostanza, si è chiesto di sapere se i 14 milioni di euro che dovrebbero arrivare dall’alienazione della Ticosa (e quindi la vendita dell’area) sono sfumati. Bruni ha garantito che «se la lettera avesse risposte chiare non avrei dovuto adottare un provvedimento straordinario (la segretazione, ndr). È la prima volta che succede. Ma non è contenuto nessun elemento che possa inficiare la valutazione del riequilibrio». Bruni ha però aggiunto che «tutto (il contenuto della lettera, ndr) sarà affrontato nella sua pienezza in sede di assestamento di bilancio» che verrà votato a novembre.
Una cosa è certa: le casse comunali piangono. Basta dire che sono in attesa di vedere versati ben 8,7 milioni di euro da parte dello Stato. Si tratta dell’equivalente dell’Ici non riscossa nell’ultima parte del 2008 e per tutto il periodo del 2009 fino ad oggi. Dopo l’abolizione dell’Ici spetterebbe allo Stato versare questi 8,7 milioni a palazzo Cernezzi. «Non si può dubitare - ha detto il sindaco - che lo Stato paghi i suoi debiti».
Dario Alemanno

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