Paratie, la procura a Villa Saporiti
Nel mirino il via libera al muro

Mentre l'inchiesta continua, si accende il dibattito sull'utilità delle barriere antiesondazione

Gli uomini della Forestale si sono presentati ieri negli uffici dell’amministrazione provinciali. Su mandato del pubblico ministero Simone Pizzotti, titolare dell’inchiesta sul muro del lungolago, gli inquirenti hanno acquisito l’intera documentazione inerente le autorizzazioni paesaggistiche rilasciate dalla Provincia alla variante che ha portato all’innalzamento del muro.
Intanto il dibattito sulle paratie non accenna a spegnersi: «La città e, in particolare la zona a lago, dev’essere alzata per contenere le piccole esondazioni. Basta un marciapiede più alto di 40 centimetri per recuperare l’abbassamento». Con diverse motivazioni, è la tesi sostenuta da sempre da ingegneri idraulici, dalla commissione Valtellina e anche dal Consorzio dell’Adda, ascoltati negli anni ’80, quando fu alzata Piazza Cavour sprofondata per 60 centimetri. Pure in quel caso si intrecciarono controversie idrauliche, estetiche e funzionali. La tesi è tuttora sostenuta da Gianni Del Pero, geologo, componente della Commissione regionale Valtellina e presidente del Consorzio dell’Adda dal 1999 al 2008, nel periodo in cui Como attivava il progetto paratìe - nuovo lungolago.
«Sulla nuova passeggiata a lago, nessuna questione – dice Del Pero – sulle paratìe, molteplici perplessità. Intanto, perché l’ingegner Luigi Bertoli, direttore del Consorzio ed io fummo chiamati dal Comune per verificare la nostra disponibilità a pagare 300.000 – 400.000 euro tutti gli anni per la manutenzione delle paratìe. Non è nei compiti istituzionali del Consorzio, ente pubblico e l’abbiamo fatto presente. Le osservazioni sono due: le paratie sono sovradimensionate per le piccole esondazioni. Sono sottodimensionate per le grandi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA