Maxi sequestro di latte cinese
forse contaminato di melatomina

Sequestrati a Napoli oltre dieci quinitali di latte provenienti dalla Cina perché si sospetta possa contenere sostanze tossiche come la melatomina. Il latte era nascosto  in un controsoffitto di un capannone.

NAPOLI, 16 OTT - Occorreranno una decina di giorni per accertare se i dieci quintali di latte cinese sequestrati dal Corpo forestale a Napoli contengano melamina o altre sostanze tossiche.
«Ma il latte cinese - ha ricordato il ministro per l' agricoltura Luca Zaia nella conferenza stampa tenuta nel Comando provinciale del Corpo Forestale - è sempre proibito sul territorio italiano e dunque va sequestrato».
Imbottigliato in lattine di colore rosso, il latte proveniente dalla Cina era nascosto in un controsoffitto di un capannone-deposito di commercianti cinesi in via Argine, alla periferia orientale della città ed a poca distanza del centro commerciale «Cinamercato».
Nell' operazione della Forestale di Napoli sono stati impegnati 120 uomini integrati dalla sezione investigativa Cites di Roma e da unità cinofile e 40 automezzi.
«Si tratta - ha detto il ministro Zaia, che ha definito 'i nostri eroì gli agenti della Forestale - del più ingente sequestro di latte cinese compiuto nel nostro Paese».
Ma c' erano anche altri prodotti caseari nel capannone ed in alcuni negozi gestiti da commercianti cinesi, sette dei quali sono stati denunciati per frode alimentare ed importazione illegale: 300 chili di mozzarella, 50 di formaggi, e poi, in quantità minori, datteri di mare, pesce, carne e confezioni di frutta candita.
«Il pesce - spiega il comandante provinciale della Forestale Vincenzo Stabile - aveva interrotto il ciclo del freddo ed era stato congelato e scongelato più di una volta. Tracciare un prodotto del genere diventa impossibile».
Ma l' attenzione della Forestale, che sta inventariando i prodotti che non sono stati distrutti immediatamente dalla Asl, come il pesce, si concentra anche su alcuni prodotti farmaceutici: 26 confezioni di olio essenziale ricavato dal musco, un cervo che rientra tra le specie animali protette, ed un numero non quantificato di farmaci a base di «saussurea costus», una radice che cresce sugli altipiani del Tibet utilizzata per patologie gastriche.
Il ministro Zaia ribadisce la linea della «tolleranza zero». «Chi sofistica gli alimenti va trattato come un delinquente», ma precisa, rivolgendosi alla comunità cinese che «non si bada alle etnie».
Soddisfazione anche dal sottosegretario alla salute Francesca Martini, che annuncia che presto le porte di accesso per i prodotti alimentari cinesi diretti al nostro territorio saranno ridotte a quattro per facilitare i controlli: gli aeroporti di Malpensa e Fiumicino, ed i porti di Genova e Napoli.
Si sono avuti casi di container provenienti dalla Cina - spiega il sottosegretario - con un carico dichiarato di mobili e giocattoli ed invece trasportavano prodotti alimentari.

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