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Sabato 10 Ottobre 2009
La donna pia non ci sta più
Costano care le voglie del marito
Sembra la trama di un film anni Settanta con Stefania Sandrelli (nella foto) ma è pura e semplice realtà, descritta in una sentenza. «Marito iper audace e moglie succube: sì al risarcimento, purchè venga chiesto»: sotto questo titolo, su un sito giuridico specializzato, «Persona e danno», è stata pubblicata una sentenza del tribunale di Como, presidente Pietro Giuffrida, Massimo Croci estensore e Donatella Montanari, giudice. Prima dei contenuti della sentenza comasca, nomi rigorosamente sbianchettati, il commento mette in evidenza che «i panni sporchi non si lavano più in casa» e anche il giudice, ormai, è costretto a trattare «della sfera dei rapporti intimi tra marito e moglie», per esaminare le domande di addebito della separazione. La vicenda in causa: lei, donna religiosissima, sottostava e malvolentieri. Non si era configurata la violenza sessuale, proprio perché la donna non si opponeva, ma la forzatura psicologica è stata definita “innegabile”. «Non compete al giudice – afferma la sentenza – stabilire i codici etici e i limiti entro cui la sessualità debba esplicitarsi tra due persone adulte e capaci, purchè nei comportamenti erotici non vi sia coercizione né fisica, né psichica da parte di nessuno dei due soggetti a danno dell’altro». Lei, in quanto credente, voleva salvare il matrimonio, non voleva rompere il legame e per questo si assoggettava, per dovere e non per piacere. Ma quando lui pubblicò su Internet particolari che facevano parte della sfera privatissima, partecipando ad un concorso volgare fin dal titolo, come se fosse il padrone della moglie, la donna ha preso la decisione:«Me ne vado ed è colpa tua». I giudici le hanno dato ragione.
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