Il Como non va oltre il pari
Guazzo gol, poi è il buio

Buon primo tempo e finlamente la rete tanto attesa, ma un errore causa il pari. Ripresa brutta e inconcludente, la classifica non migliora

COMO - PERGOCREMA 1 - 1

Marcatori: Guazzo 42’ p.t.; Florean 7’ s.t.

COMO (4-4-2): Malatesta; Maggioni, Brioschi (22’ st O. Brevi), Preite, Franco; Kalambay, Ardito (30’ pt Riva), Salvi, Bruno; Cozzolino (22’ st Bretti), Guazzo. (Zappino, Adobati, Mbida, Terraneo). All. Strano.

PERGOCREMA (4-3-3): Colombi; Ghidotti, Rossi, Di Bella,Federici; Marconi (29’ st Brambilla), Cazzola, Uliano; Degano (18’ st Crocetti), Le Noci (22’ st Storm), Florean. (Manzoni, Bonfanti,Guerci, Galli). All. Rastelli.

Arbitro: Liotta di Lucca.
NOTE: paganti 650, abbonati 1021, incasso di 12.969,34 euro. Amm. Salvi, Guazzo, O. Brevi, Riva, Rossi, Crocetti. Angoli 6-8.

COMO
- Illusione. Sì, ieri il Como ha illuso tutti, probabilmente anche sè stesso. Perchè all’inizio era parso di vedere qualcosa di diverso, di un po’ più scintillante, un po’ più brillante. E perchè di questi tempi da queste parti anche un semplice gol può sembrare un sogno. Invece no. Invece poi ci si risveglia, si vede una squadra ancora fragile, che forse perchè non è più abituata a vincere perde l’equilibrio e infila un paio di errori che aiutano gli avversari a pareggiare, e subìta quella botta fatica a raddrizzarsi. Si allunga, si perde, e il sogno finisce. Tra fischi, nervosismi, critiche e dietrologie. E una classifica che non migliora, anzi. Ora il Como è terz’ultimo da solo, e ancora con il morale basso.

Passa in secondo piano il ritorno al gol di Guazzo, passano in secondo piano le belle parate di Malatesta, il buon rientro di Oscar Brevi, e anche il discreto primo tempo dei ragazzi azzurri. Mettiamoci poi anche qualche "disgrazia" qua e là tipo Facchetti che si opera nei prossimi giorni di ernia e sta fuori due mesi, Ardito che in uno scontro a centrocampo - tra l’altro probabilmente con un suo compagno, Brioschi - si frattura il naso e prima che finisca la partita è già in ospedale, e alla fine il quadro della giornata è completo. Grigio, tendente sempre più al nero. Hai voglia decidere se guardare i bicchieri mezzi pieni o mezzi vuoti. Hai voglia trovarti di fronte avversari che non sembrano mai molto più forti di te. Il Como ora è una squadra che sta lottando in zona play out. E dopo otto giornate stare lì non può evidentemente più essere un caso, qualunque ne sia la motivazione.
Colpe di Di Chiara, scelte sbagliate - per quanto alcune siano decisamente obbligate dai fatti -, limiti oggettivi della squadra, poca fortuna, tutto ci può stare in questo momento. E probabilmente tutto ci sta nell’insieme, accompagnato anche da poca serenità di fondo.

Non si può dire, però, che la squadra non abbia voglia di vincere. E ieri nel primo tempo ne ha dato una buona dimostrazione, come si diceva. Perchè il Como è sceso con frequenza e costanza in avanti, soprattutto sulla sinistra con Bruno decisamente più efficace di Kalambay sulla destra, e le occasioni sono state molto più concrete rispetto ad altre partite. Mentre nel frattempo dall’altra parte Malatesta esibiva un paio di parate pressochè perfette, e il capocannoniere del campionato Le Noci si faceva vedere solo in un episodio calciando male e fuori una palla persa dal Como. Più o meno alla mezz’ora il brutto incidente ad Ardito. Con Ezio Brevi in tribuna per infortunio, al suo posto entra Riva. Che onestamente non impressiona per nulla, ma il Como continua a girare lo stesso più che discretamente. Anzi, intensifica. Al 32’ Preite di testa prende la traversa e Guazzo sulla ribattuta il palo. Poi un colpo di testa di Kalambay, due o tre occasioni buone ancora per Guazzo che finalmente, al 42’, riesce a trovare il gol con un colpo di testa, sfruttando un bel suggerimento di Bruno. Grande gioia per il bomber, grande festa di tutti a quel gol che il Como stava cercando dal 30 di agosto.

Ottima cosa segnare proprio poco prima dell’intervallo, di solito. Invece no. Quelle occasioni fallite nella prima parte, che davvero poteva chiudersi anche meglio nel punteggio, peseranno poi tantissimo quando, al 7’ del secondo tempo, il Pergocrema scende comodo comodo sulla sinistra della sua manovra, sbaglia forse Maggioni, sbaglia sicuramente Brioschi a lasciar arrivare Florean in zona tiro, e Preite sbaglia a lasciarlo tirare. Malatesta stavolta non può farci niente, dal limite la palla si infila secca in rete.
Il Como patisce la sberla, perde lucidità ed efficacia. Salvi corre come un matto in mezzo al campo, Bruno ci prova ancora a mettere qualche pallone, ma è tutto estremamente meno efficace e visibilmente più faticoso e disorganizzato. Stavolta tocca a Brioschi - anche un po’ dolorante, ma Di Chiara parla di scelta tecnica dopo l’errore - lasciare il campo prima della fine e a Brevi riprendersi posto e fascia di capitano nella parte finale. Fuori Kalambay, dentro Bretti, ma il Como che si rivede nel secondo tempo è quello purtroppo già visto troppe volte. Inconcludente. Che come al solito paga i suoi errori, non aver sfruttato lo sfruttabile e non aver difeso bene quello che doveva difendere: quella vittoria che ieri speravamo davvero di poter rivedere.
Lilliana Cavatorta

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Documenti allegati
Eco di Bergamo Contro il Pergocrema