Non solo applausi per il "Lombardia"
30 auto rimosse, altre imbottigliate

Como è tornata al centro dell’attenzione. Questa volta grazie a una gara ciclistica, per la verità non una qualunque, ma il prestigioso «Giro di Lombardia». Gran folla di tifosi per l’arrivo sul lungolago, gran folla di curiosi per il muro nel cantiere delle paratie

COMO Gli enormi camion bianchi della Rai sono tornati in città. Quelli con il satellite sul tetto, che arrivavano per le partite del Como in serie A e per le udienze del processo a Rosa e Olindo. Quei camion ieri sono rimasti parcheggiati in piazza Cavour per tutta la giornata, a dare il senso di un sabato fuori dall’ordinario: Como è tornata al centro dell’attenzione. Questa volta grazie a una gara ciclistica, per la verità non una qualunque, ma il prestigioso «Giro di Lombardia». Gran folla di tifosi per l’arrivo sul lungolago, gran folla di curiosi per il muro nel cantiere delle paratie. Trionfa un francese, ma fan festa anche gli italiani. Meno allegri i proprietari delle trenta auto rimosse e i tanti comaschi imbottigliati nel traffico, comunque meno caotico dell’edizione 2008.

COLORI E SAPORI Il lungolago cambia veste fin dalla mattinata, con le transenne posizionate su entrambi i lati, i prefabbricati e la tribunetta e le postazioni per i cameraman sul lato opposto alla passeggiata. La zona inizia a riempirsi alle tre, c’è chi arriva in tenuta sportiva e in sella a una bici, quasi tutti indossano un cappellino-gadget. Immancabile la «Gazzetta» sottobraccio. Ci sono anche tanti stranieri, di passaggio o arrivati appositamente per la gara. E poi gli organizzatissimi fan di Damiano Cunego, giunti in pullman da Montorio (Verona), con le sciarpe blu e tutto il necessario per una mangiata storica. Como si riempie, piazza Cavour diventa un maxi parcheggio per i camion delle tv e le auto dello staff e degli organizzatori. Gazebo più o meno improvvisati spuntano dappertutto, vendono l’abbigliamento per il perfetto ciclista. Decine di militanti leghisti presidiano le zone a più alta probabilità di ripresa tv con le bandiere del partito: un classico. Alle quattro e mezza arrivano anche Bossi e Formigoni, ma i più non se ne accorgono. Saranno loro a premiare il vincitore sul podio. La politica fa poi capolino anche sulla diga foranea, con uno striscione di 15 metri esposto per qualche minuto dai consiglieri comunali di Pd e Lista per Como, con la scritta: «We love Como - No muro».

GIOIE E DOLORI I tifosi seguono sui maxischermi l’evolversi della gara, incerta fino all’ultimo. I comaschi riconoscono luoghi familiari e pontificano sull’orario d’arrivo: «Sono in ritardo rispetto alle previsioni». Nell’attesa ci si concede un gelato, quattro passi sul lungolago. Piovono commenti irripetibili sul muro ben visibile dalle finestre del cantiere. Ma l’atmosfera resta quella di una festa, anche il freddo concede una tregua. I problemi arrivano dalla viabilità, con incolonnamenti e code già in mattinata, non appena scattano le prime chiusure per consentire il montaggio di transenne e tribune, anche se il traffico va in tilt soprattutto tra le 16 e le 17, quando si blocca la tangenziale. Dopo l’arrivo (quasi alle 17 in punto) si riapre tutto, salvo il lungolago. All’altezza di piazza Matteotti le auto vengono indirizzate verso via Manzoni, quelle in arrivo da via Lecco devono svoltare in via Rezzonico. I vigili, schierati in numero record, sono bersaglio di qualche improperio, ma a fine giornata dal comando di viale Innocenzo confermano che «è andata meglio dell’anno scorso, c’è stata più organizzazione. Una trentina di auto in divieto di sosta, comunque, sono state rimosse». Gli ultimi flash della giornata immortalano gli operai che smontano in tutta fretta transenne, prefabbricati e gabbiotti. In piazza Cavour si avverte il “solito” odore di fogna. Per fortuna in tv non si sente.
Michele Sada

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