Paratie, il mistero delle quote
è giallo anche per la Forestale

Pasticcio paratie: le quote indicate nel progetto sono state prese in modo corretto? Il mistero delle quote è uno dei nodi centrali della relazione finale depositata dagli uomini della Forestale incaricati dell’indagine penale coordinata dal pubblico ministero Simone Pizzotti

COMO La questione può sembrare molto tecnica e all’apparenza poco interessante. Eppure si tratta del nocciolo del pasticcio paratie: le quote indicate nel progetto (e, soprattutto, quelle fatte per il cantiere) sono state prese in modo corretto? Oppure si basano su misurazioni fatte partendo da un punto di riferimento impreciso? Il mistero delle quote, già oggetto di una richiesta di chiarimento da parte dell’amministrazione provinciale a quella comunale, è uno dei nodi centrali della relazione finale depositata dagli uomini della Forestale incaricati dell’indagine penale coordinata dal pubblico ministero Simone Pizzotti. Una relazione molto tecnica, che ricostruisce anno dopo anno l’iter paratie e che pare non lasci spazio a commenti di sorta. Eppure da quella relazione emergerebbero due dati importanti. Il primo: la clamorosa distrazione generale di progettisti, Comune, Provincia e Soprintendenza sugli effetti pratici della realizzazione di un progetto di quelle dimensioni. con quelle quote. Il secondo: l’assenza di certezze rispetto al calcolo delle quote stesse.
Già nel progetto di undici anni fa era stato inserito nelle planimetrie una parte fissa di paratie e un innalzamento dei pontili ai lati di piazza Cavour fino a 200.30 centimetri sopra il livello del mare. Una quota che impedirebbe, di fatto, la vista del Lario in gran parte del Lungolago. Ma com’è stata misurata, nei fatti, quella quota? Quel tipo di misurazioni vengono solitamente fatte partendo da un punto fisso, di solito un idrometro che riporta i livelli rispetto al mare. Il problema è che non c’è alcuna certezza che l’idrometro di Como, e il famoso "chiodo" preso come riferimento, segnino una quota precisa. Sul lago l’idrometro più preciso - stando anche a una ricerca storica compiuta dagli uomini della Forestale - dovrebbe essere quello del Consorzio dell’Adda a Malgrate. Ma anche in questo caso pare non vi sia alcun documento ufficiale che sancisca la granitica affidabilità di quel punto di riferimento.
Se sul fronte giudiziario la parola passa ora al sostituto procuratore Simone Pizzotti, il quale dovrà ora interpretare i dati tecnici della Forestale e decidere se e come proseguire nell’inchiesta, sul fronte fattuale giunta una conferma: quello delle quote è il nodo da sciogliere per dipanare il pasticcio paratie.
P. Mor.

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