Bruni: «Abbatteremo il muro
entro due mesi al massimo»

 L’abbattimento? «Tra un paio di mesi». I soldi per il nuovo progetto? «È l’ultimo dei problemi». Il sindaco torna a parlare del muro sul lungolago e si dice quanto mai ottimista, ribadendo di aver avuto ampie garanzie sul punto dalla Regione

COMO L’abbattimento? «Tra un paio di mesi». I soldi per il nuovo progetto? «È l’ultimo dei problemi». Il sindaco torna a parlare del muro sul lungolago e si dice quanto mai ottimista, ribadendo di aver avuto ampie garanzie sul punto dalla Regione: «Avrò parlato dieci volte in questi giorni con Formigoni - spiega - e sono assolutamente tranquillo». Anche l’assessore all’Urbanistica del Pirellone, Davide Boni, ieri ha corretto il tiro dopo le dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa a Como, quando aveva sostenuto che da Milano non sarebbe arrivato «un euro» per risolvere il pasticciaccio del muro che oscura il lago: «Cercheremo le risorse - ha detto - insieme agli enti locali comaschi».

ABBATTIMENTO A NATALE A margine di un convegno dedicato al piano casa, il sindaco ha abbozzato una previsione sui tempi per la demolizione della contestatissima barriera costruita sul lungolago: «Il presidente Formigoni mi ha chiesto di abbattere subito il muro, ma non si può perché c’è un’inchiesta della magistratura ancora in corso. Penso che ci vorranno un paio di mesi, i nostri tecnici comunque stanno già lavorando per arrivare a un nuovo progetto». In un’intervista a La Provincia, il governatore lombardo si era detto pronto a usare il piccone pur di far sparire l’orribile muro: «È un segnale della sua disponibilità, in questi giorni avrò parlato dieci volte con Formigoni e sono assolutamente tranquillo in vista dei prossimi passaggi». Quanto al nodo delle risorse: «Il problema finanziario - ha detto Stefano Bruni - è l’ultimo dei problemi». Sui costi è intervenuto ieri anche l’assessore regionale al Territorio Davide Boni (Lega): «I soldi bisogna cercarli con gli enti locali e così faremo. La Regione non può accollarsi tutte le spese». Una dichiarazione che Bruni ha commentato così: «Boni ha fatto un passo avanti, prima aveva detto che la Regione non ci avrebbe garantito un euro. Avrà parlato con il presidente...». Lo stesso Boni, comunque, si è detto sicuro di una rapida soluzione della vicenda: «Si va avanti sulla strada intrapresa, Formigoni ha detto che vuole abbattere il muro a picconate e il segnale è chiaro. L’assessore Caradonna? Non è del mio partito e comunque la questione non mi compete». Infine, Boni ha negato dissidi con il presidente della Provincia Leonardo Carioni, dopo il recente botta e risposta («Boni vuole dare a noi la supervisione sul nuovo progetto? Non può imporci nulla», aveva tuonato Carioni): «Il rapporto è ottimo», ha chiosato.

LA POLEMICA Intanto, il Pd torna alla carica sulla vicenda del muro. Lo fa prendendo spunto dal contenuto di una determinazione del 16 dicembre scorso, firmata dal dirigente di Palazzo Cernezzi Antonio Viola, con la quale si affidava l’incarico a un professionista per l’effettuazione di due «fotografie di rendering». Ma non è sull’oggetto del documento che si concentrano le critiche dell’opposizione: «Nella premessa si legge che “è in corso l’istruttoria per l’approvazione di una perizia migliorativa e di variante” relativa ai lavori per le paratie - dice il capogruppo del Pd Luca Gaffuri - Il testo è interessante perché dimostra ufficialmente che c’era un’istruttoria ma non si è mai conclusa, l’approvazione non c’è mai stata. È il simbolo di un’amministrazione che non sa cosa sia la trasparenza».
Michele Sada

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