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Venerdì 23 Ottobre 2009
Lo stipendio del prof?
Lo pagano i genitori
Niente soldi da Roma: le scuole anticipano pagamenti con i contributi volontari delle famiglie. A scapito dei progetti
L’ora di religione? Pagata con i soldi delle famiglie. Ginnastica? Idem. Le casse delle scuole comasche sono vuote e così quello che dovrebbe essere un contributo «volontario» versato all’inizio dell’anno dai genitori diventa in realtà un tassello indispensabile per garantire la normale attività didattica e il funzionamento di tanti istituti superiori. I fondi non vengono più destinati, insomma, a progetti particolari o attività di laboratorio, ma servono spesso per pagare gli stipendi. Una situazione a dir poco paradossale, visto che in provincia di Como le scuole vantano crediti per un totale di 14 milioni di euro nei confronti dello Stato. E se alle superiori, pur potendo contare su contributi delle famiglie pari in media a cento euro ad alunno, i dirigenti faticano incredibilmente a far quadrare i conti, problemi altrettanto gravi si registrano negli istituti comprensivi, che possono contare su un aiuto molto limitato da parte di mamme e papà (una decina di euro per ogni iscritto, o poco più). Non a caso, proprio alcuni presidi di istituti comprensivi comaschi quest’anno sono stati costretti ad aumentare la cifra chiesta alle famiglie, altrimenti non sarebbero stati in grado di garantire nemmeno servizi essenziali come la sorveglianza in mensa.
Sono gli stessi dirigenti scolastici a spiegare il meccanismo che si è innescato, tutt’altro che virtuoso: non ricevendo dallo Stato le risorse attese, nel programma annuale si prevede di usare i contributi volontari delle famiglie per il pagamento dei supplenti o per altre voci di spesa affini (previa approvazione del consiglio d’istituto); se e quando dal ministero arriveranno i fondi, sarà possibile destinarli al finanziamento di progetti, attività laboratoriali e quant’altro. Le scuole e le famiglie, dunque, in sostanza anticipano “di tasca loro” i soldi necessari a non bloccare il funzionamento degli istituti: «Il ministero tarda a erogare le risorse, che peraltro si rivelano spesso insufficienti, tanto è vero che le scuole comasche hanno accumulato crediti da record, talora risalenti al 2002 - spiega Adria Bartolich, segretario generale della Cisl Scuola -. A tutto questo bisogna aggiungere i tagli agli organici di docenti e Ata decisi quest’anno. Ci sono scuole che pagheranno ore ordinarie, come quelle di religione e ginnastica, con i soldi versati dalle famiglie. La carta? Ormai tutti la portano da casa. Proseguendo di questo passo - aggiunge Bartolich - arriveremo a una situazione in cui i direttori amministrativi pagheranno gli stipendi al personale ma non verseranno i contributi. Già in questi giorni c’è chi mi dice: non riceviamo dallo Stato i soldi che ci spettano, eppure dobbiamo pagare i contributi?».
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