La crisi è anche questa: in 31
per un posto da seppellitore

Un lavoro di tre mesi a 36 ore la settimana per uno stipendio di mille euro al mese. Di questi tempi va benissimo, e non si sta certo a guardare per il sottile. E così anche un posto di operatore mortuario in Comune - roba che una volta ci volevano mesi a trovarlo - fa gola

COMO Un lavoro di tre mesi a 36 ore la settimana per uno stipendio di mille euro al mese. Di questi tempi va benissimo, e non si sta certo a guardare per il sottile. E così anche un posto di operatore mortuario in Comune - roba che una volta ci volevano mesi a trovarlo - fa gola, tanto che mercoledì scorso, per due richieste di questo comparto (categoria A1-trasporto pesi onerosi) evase al Centro per l’impiego di via De Cristoforis, si sono presentati in 31. La conferma arriva da Francesco Pettignano, in forza alla struttura che fa capo alla Provincia: «Fino a 10 anni fa, spiega, si faceva fatica a trovare operatori mortuari, ora invece c’è la fila di persone provenienti anche da Cantù, Mariano, Erba, e tra loro anche qualche donna». Due soltanto però - come detto - troveranno una sistemazione, seppur momentanea, ma la selezione sarà quasi automatica, visto che i candidati dovranno passare prima dal colloquio e poi da una esercitazione pratica, diciamo una simulazione sul campo, ma la graduatoria verrà stilata anche sulla base di parametri quali l’anzianità di iscrizione al collocamento, l’età anagrafica e la situazione famigliare. Provare, comunque, non nuoce. Per Alessandro Fermi, assessore provinciale alle Politiche del lavoro, si tratta di un doppio segnale: «Tutto ciò - commenta - dimostra come in questo momento la possibilità di trovare una occupazione è diventata una priorità straordinaria (le persone che a settembre si sono rivolte ai Centri per l’impiego sono superiori a tutto il 2008, ndr); in secondo luogo, in questo momento di delicatezza economica, c’è stato un ritorno a scegliere anche professioni che fino ad alcuni anni fa erano considerate “indignitose”. Da qui l’aspetto positivo, ossia che ci si sta appropriando di lavori che sono assolutamente dignitosi, lavori per anni snobbati, che oggi tornano a essere appetibili». A dare una mano ai più schizzinosi, oggi, c’è anche la lingua italiana, che chiama operatore ecologico lo spazzino e operatore mortuario il becchino. Va detto però che chi becchino lo è già - per vocazione o meno - non sempre muore dalla voglia di farne la professione della propria vita e chiede di cambiare settore. In alcuni casi queste figure non vengono sostituite, in altri sì, ma a tempo determinato, in attesa di tempi migliori. Sempre mercoledì il Centro per l’impiego ha evaso un’offerta di lavoro per un “coadiutore livello 3” (ex bidello) per il Conservatorio di musica Giuseppe Verdi di via Cadorna, questa volta con contratto a tempo determinato fino al 30 giugno 2010, tempo pieno 36 ore settimanali. Si sono presentati in 60.
Gigi Albanese

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