Scuola, il sì della Provincia
Le sedi staccate da abolire

«Abolire le succursali entro due anni». Durante la sua visita a Como, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Giuseppe Colosio ha dato un’indicazione chiara al mondo della scuola e agli enti locali

COMO «Abolire le succursali entro due anni». Durante la sua visita a Como, due giorni fa, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Giuseppe Colosio ha dato un’indicazione chiara al mondo della scuola e agli enti locali. Parole che non sono cadute nel vuoto, ma hanno anzi suscitato subito un acceso dibattito. In città, d’altra parte, sono parecchi gli istituti superiori che, avendo almeno una sede staccata, si sono sentiti chiamati in causa: il Giovio da un paio d’anni utilizza alcune aule del Setificio, il corso Moda della Ripamonti è ospitato in via Mascherpa, parte degli alunni del Pessina studiano in via Scalabrini, parte di quelli del Caio Plinio nella sede staccata di via Rezia. Ma il richiamo di Colosio tocca anche l’amministrazione provinciale: «Sono d’accordo con la presa di posizione del direttore - dice l’assessore all’Edilizia scolastica Pietro Cinquesanti - Non possiamo accettare che ogni anno le scuole facciano di tutto per aumentare il numero degli iscritti, salvo poi chiedere alla Provincia, all’ultimo minuto, di trovare gli spazi per farli studiare. Se si proseguisse su questa linea, le succursali continuerebbero a moltiplicarsi, ma fare lezione in una sede staccata non è certo l’ideale». L’unico modo per riuscire a fare a meno di una succursale, allora, è mettere un tetto alle iscrizioni? A Villa Saporiti la pensano diversamente: per Cinquesanti, così come per l’assessore all’Istruzione Achille Mojoli, l’obiettivo si può raggiungere «distribuendo meglio i corsi esistenti», senza escludere la possibilità di «dar vita a nuovi istituti, raggruppando alcuni indirizzi che consentano di arrivare alla quota minima di 500 alunni». Soluzione, quest’ultima, già adottata in passato, come ricorda il preside del Giovio Sergio De Felici: «Trent’anni fa la “Leonardo” scoppiava e così nacque la “Ripamonti”, che riunì una parte dei corsi. Ma anche i vari licei scientifici aperti sul territorio provinciale all’inizio erano sedi staccate del Giovio e poi divennero autonomi». Per la scuola di via Paoli, comunque, il problema delle succursali verrà risolto alla radice, visto che da tempo è previsto l’ampliamento della sede centrale: «I lavori per ricavare 9 aule sono appaltati e partiranno tra poche settimane - spiega Cinquesanti - Ma non possiamo certo pensare di allargare tutti gli altri istituti. Piuttosto, visto che gli spazi sono limitati, bisogna bloccare l’attivazione di nuovi corsi e riorganizzare l’offerta. Non sarebbe uno scandalo, per esempio, se il corso Moda della Ripamonti venisse unito al Setificio». «Si possono ipotizzare nuove soluzioni - aggiunge Mojoli - Inoltre, sfoltendo gli indirizzi come prevede la riforma Gelmini, avremo già una situazione più equilibrata. Il punto di vista di Colosio, anticipato qualche mese fa in una riunione, è condivisibile».
Michele Sada

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