Caso Ticosa: «Colpa del Comune
se salta l'operazione»

Sono stati finalmente resi noti i contenuti della lettera inviata da Multi a Palazzo Cernezzi. Il Comune diffidato sulla fidejussione da 3 milioni di euro

È stato ufficialmente tolto il segreto dalla lettera che la società Multi (che si era aggiudicata la gara per l’acquisto dell'ex Ticosa) aveva inviato al Comune di Como il 17 settembre scorso. In cinque pagine la società italo-olandese contesta al Comune ritardi sulla bonifica e sulla gestione del piano integrato di intervento e pone le condizioni per restare nell’operazione. Comunque la ditta nella sua lettera (pubblicata integralmente sul quotidiano in edicola oggi) diffida «l’amministrazione comunale a non procedere ad alcuna forma di escussione della fideiussione (di 3 milioni di euro del 3 agosto 2006, ndr) prestata a garanzia dell’adempimento delle obbligazioni assunte dalla scrivente società. Ogni tentativo di escutere la cauzione costituirebbe un grave inadempimento delle obbligazioni previste dal contratto preliminare e ci indurrebbe ad agire nelle sedi competenti contro codesta amministrazione». Multi rispedisce al mittente, cioè al Comune, tutte le accuse di «inadempienza» o di «carenze» progettuali e replica punto su punto alle contestazioni mosse da Palazzo Cernezzi.
A questo punto il sindaco Stefano Bruni sottoporrà la questione alla maggioranza e poi sarà il consiglio a decidere il da farsi: la spesa, stimata dallo stesso Bruni, per i 6mila mq è infatti di circa 9milioni di euro. Nel documento della società olandese, però, non si fanno cifre. Gli uffici comunali stanno comunque predisponendo una risposta alla lettera di Multi sul piano strettamente giuridico.

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