L'omicidio di via Cinque Giornate
La Procura: Terraneo resti in carcere

La procura di Como dà parere negativo alla scarcerazione di Davide Terraneo. Doccia fredda sulle speranze del 47enne designer di moda arrestato poco meno di un paio di settimane fa con l’accusa di non aver raccontato tutta la verità sull’omicidio di Antonio Di Giacomo

COMO La procura di Como dà parere negativo alla scarcerazione di Davide Terraneo. Doccia fredda sulle speranze del 47enne designer di moda arrestato poco meno di un paio di settimane fa con l’accusa di aver mentito o, comunque, di non aver raccontato tutta la verità agli uomini della squadra mobile che stavano indagando sull’omicidio di Antonio Di Giacomo. Terraneo è accusato di favoreggiamento personale di Emanuel Capellato, il 38enne a casa del quale venerdì 9 ottobre è stato freddato il piccolo imprenditore di Colico colpito con un paio di colpi di pistola alla testa. Il designer con la passione per le Harley Davidson e per i computer della Apple, quel tragico venerdì, aveva incontrato Capellato. Era successo quella sera, non molto dopo che lo stesso Capellato e Leonardo Panarisi, il 52enne di Solzago anche lui in carcere con l’accusa di omicidio volontario (ma che martedì ha ribadito al pubblico ministero, Antonio Nalesso, di non aver ucciso nessuno), avevano abbandonato il cadavere del Di Giacomo a Tavernerio.
In quell’incontro Capellato avrebbe mostrato a Terraneo gli orologi appena portati via alla vittima, raccontandogli - questo, almeno, è quanto finora emerso nell’inchiesta - di averli rubati in Svizzera nel corso di una rapina. Il figlio di Nilo il contrabbandiere non avrebbe detto nulla, invece, dell’assassinio di via Cinque Giornate.
Sulle ore di quella serata Davide Terraneo era stato sentito più volte in questura, prima che il capo della squadra mobile, Giuseppe Schettino, decidesse (sentito il pm Antonio Nalesso) di arrestarlo in chiusura di un verbale nel quale il designer comasco avrebbe (nella tesi dell’accusa) mentito o nascosto parte della verità.
In realtà i recenti interrogatori di Panarisi e di Capellato sembravano aver alleggerito la posizione di Terraneo. Il primo dicendo di non conoscerlo, il secondo sostenendo di non avergli rivelato nulla dell’omicidio. Da qui l’istanza di scarcerazione, o in subordine di arresti domiciliari, presentata nei giorni scorsi dal penalista comasco Giuseppe Sassi.
La decisione se accogliere o meno l’istanza spetta al giudice delle indagini preliminari Pietro Martinelli, ma ieri il pubblico ministero Antonio Nalesso ha dato parere negativo chiedendo che venisse confermata la custodia cautelare in carcere, probabilmente anche alla luce della scelta dell’indagato di avvalersi della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio per la convalida dell’arresto. Una decisione, quella della procura, che sembra ipotizzare a carico di Terraneo un ruolo più serio di quanto facessero pensare le parole dei due imputati in cella con l’accusa di omicidio.
P. Mor.

© RIPRODUZIONE RISERVATA