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Giovedì 05 Novembre 2009
Addio a un pezzo di tangenziale
E la Va-Co-Lc è ancora un mistero
Domani a Roma il Cipe sancirà l’addio al secondo lotto della tangenziale di Como e tradurrà in pratica la delibera regionale del 27 maggio con la quale il Pirellone chiede il «differimento del secondo lotto» in quanto troppo costoso (859 milioni di euro)
COMO Domani a Roma il Cipe sancirà l’addio al secondo lotto della tangenziale di Como e tradurrà in pratica la delibera regionale del 27 maggio con la quale il Pirellone chiede il «differimento del secondo lotto» in quanto troppo costoso (859 milioni di euro). Differimento che, però, non prevede nessuna data entro cui presentare un’alternativa e che non dà nemmeno garanzie di effettiva attuazione dell’opera che, come ha già annunciato l’assessore regionale alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo, cambierà tracciato e si sposterà a sud (verso Cantù). La stessa Regione Lombardia nel piano territoriale regionale adottato il 30 luglio scorso, include però l’autostrada Varese-Como-Lecco con il secondo lotto della tangenziale (da Como ad Albese che ne è parte integrante, ma che da domani sarà cancellato) e non fa alcun cenno a modifiche. Di più: chiede ai Comuni che avrebbero dovuto essere attraversati dal secondo lotto di trasmettere in Regione il piano generale del territorio assicurandosi che tenga conto del passaggio di una strada che, da quelle zone, non passerà mai. Al contrario, non avendo presentato alcuna alternativa alle amministrazioni locali, non chiede alle realtà che eventualmente sarebbero interessate da una nuova proposta di prevederla nei documenti urbanistici.
Il Pirellone ha più volte sottolineato che intende concentrare tutto sul collegamento Va-Co-Lc di cui, però, esiste solo uno studio di fattibilità mai presentato formalmente (era annunciata la presentazione per lo scorso 22 aprile, ma poi venne annullata per una serie di polemiche tra Provincia e Regione). Da allora non si è saputo più nulla: non sono stati presentati dettagli di costi (lo stesso Cattaneo ha sempre parlato di «ordine di grandezza comunque più basso del secondo lotto», ma non mai fatto quantificazioni economiche esatte), non è stato chiarito il percorso e nemmeno se c’è il consenso dei Comuni (il Parco Pineta ha già espresso parere negativo). Tra l’altro secondo più di un tecnico il percorso più breve (quello che collega in modo "alto" i tre capoluoghi, che include il secondo lotto) ma più costoso garantiva flussi di traffico maggiori e, di consegna, una maggiore sostenibilità economica. La nuova idea di percorso più alungato, verso Cantù, secondo molti non dà le stesse garanzie di traffico.
Gisella Roncoroni
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