Il muro è ancora in piedi
e la gente torna in piazza

I comaschi tornano in piazza per protestare contro le paratie del lungolago. A distanza di quaranta giorni dalla promessa di abbattimento da parte del sindaco Stefano Bruni, il muro è ancora su. Domani dalle 10.30 fino alle 13 piazza Cavour sarà occupata da una serie di stand che serviranno a informare la gente sulla vicenda delle paratie e su una lunga serie di problemi ancora aperti in città

COMO I comaschi tornano in piazza per protestare contro le paratie del lungolago. A distanza di quaranta giorni dalla promessa di abbattimento da parte del sindaco Stefano Bruni, il muro è ancora su. Mentre gli enti coinvolti (Comune, Regione e Provincia) stanno studiando un nuovo progetto per arrivare alla demolizione della barriera di cemento armato che oscura il lago, un gruppo di cittadini sta studiando il modo di smantellare la giunta di Palazzo Cernezzi: domani dalle 10.30 fino alle 13 piazza Cavour sarà occupata da una serie di stand che serviranno a informare la gente sulla vicenda delle paratie e su una lunga serie di problemi ancora aperti in città. L’iniziativa è stata ideata e promossa da un comitato spontaneo di cittadini, dal nome assai eloquente: “Giù la giunta”. All’iniziativa, che punta a raccogliere adesioni per chiedere un cambio di rotta nell’amministrazione di Como, hanno aderito anche numerose associazioni cittadine e forze politiche locali. «Ma posso assicurare che il comitato è nato da un sentimento spontaneo non politicizzato - ha spiegato Marco Longatti, uno dei promotori di “Giù  la giunta” - senza riferimenti a partiti o movimenti politici. Abbiamo solo cercato di raccogliere un malcontento molto diffuso in città e di convogliarlo verso una manifestazione che fosse sì di protesta, ma senza bandiere. Lo scopo non è solo di criticare e protestare contro quanto fatto in città, ma anche di informare i cittadini. Ecco perché in piazza Cavour domenica ci saranno alcuni presidi dove volontari di associazioni e partiti spiegheranno le vicende che hanno portato ad alcune situazioni problematiche. A partire dal muro che oscura il lago – ha aggiunto Longatti – fino al nodo ex Ticosa, passando per il vecchio ospedale Sant’Anna e per l’area ex Trevitex di Camerlata».
Il rimpasto di giunta che ha visto le dimissioni dell’assessore Fulvio Caradonna (sfiduciato dal consiglio comunale in quanto ritenuto il responsabile politico delle paratie) e la sua sostituzione con Stefano Molinari (ex An o nel Pdl) è bastato a placare il malumore che regna in città. «L’uscita di scena di Caradonna non è risolutiva – ha concluso Longatti – perché non risana né la situazione del muro né le numerose altre questioni. Il fatto che al posto di Caradonna sia stato nominato uno tra coloro che contestavano il muro e l’amministrazione, non ci dà certo garanzie sul futuro dell’amministrazione».
Le forze d’opposizione, ovviamente, hanno colto la palla al balzo e a hanno aderito all’inziativa del comitato, alla condizione di dover rinunciare alle proprie bandiere. Nel dettaglio, si sono uniti alla protesta il consigliere comunale Alessandro Rapinese di Area 2010 e una serie di associazioni e forze politiche: Altra Como, Arci, Associazione per la Sinistra, Associazione Radicali Como, Circolo culturale “L. Fumagalli” di Albate, Giovani Democratici, La Città Possibile, Lista per Como, Paco, Partito Democratico,  Rifondazione Comunista, Territorio precario e Verdi.
Dario Alemanno

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