Alitalia, avanza la cordata di Ligresti
Timori per i "tagli dolorosi"

Salvatore Ligresti m,a anche Tronchetti Provera. La cordata italiana dovrebbe passare per questi due imprenditori. Intanto i sindacati si sono dichiarati a favore di un impegno italiano ma con una forte presenza internazionale in grado di garantire un'Alitalia competitiva. No dei piloti ad Aeroflot: "Troppo piccola"

La cordata italiana annunciata da Berlusconi comincia a prendere forma. Salvatore Ligresti ha dato la sua disponibilità, ma anche altri imprenditori come Marco Troncheti Provera sarebbero pronti.
Resta tutto da capire se e come questo gruppo potrebbe salvare l'azienda e dare una dimensione internazionale adeguata a concorrere sui mercati. Da questo punto di vista, sarebbero decisivi oltre all'intrvento di AirOne, l'ingresso di Aeroflot e il sostegno finanziario di BancaIntesa.
Dai piloti arriva un no ad Aeroflot  come partner strategico: "E' piccola, va bene dal punto di vista finanziario, ma sul piano operativo serve una grande compagnia internazionale".
Tuttavia è necessario altro tempo per scoprire il piano italiano e anche i sindacati, che si sono detti favorevoli alla cordata appoggiata da una forte partnership internazionale, nell'incontro con i vertici della compagnia, vanno cauti soprattutto dopo il riferimento di Berlusconi ai "dolorosi tagli di personale". 
Intanto mentre Visco parla di autolesionismo l'aver perso l'offerta di AirFrance-Klm, si discute ancora sul prestito-ponte di 300 milioni.
Una decisione giudicata inevitabile dall'esecutivo, ma che - secondo quanto hanno dichiarato il presidente del Consiglio, Romano Prodi, e il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa - ha come principale ispiratore il vincitore delle elezioni.
 Alitalia riapre il delicato capitolo degli esuberi. Chiuso il dossier Air France-Klm, al tavolo tra i vertici di Alitalia ed i sindacati si riparte dal piano di «sopravvivenza-transizione» messo a punto a fine agosto dall’ex presidente Maurizio Prato: confronto che si riapre  a partire dai tagli al personale che sarebbero confermati in un numero almeno in linea con gli esuberi previsti dal progetto di acquisizione di Air France. Sono inevitabili «dolorose riduzione di personale» ha indicato il presidente del Consiglio in pectore Silvio Berlusconi che, con poche parole, ha innescato uno scontro con i sindacati sulle responsabilità per la ritirata di Air France.
«Ha detto no in primo luogo per il veto posto dai sindacati», ha detto Berlusconi, per poi precisare che «su Alitalia i sindacati hanno fatto il loro mestiere e magari hanno avuto anche ragione. La verità è che le condizioni poste da Air France-Klm erano impossibili da accogliere».
Intanto il leader del PdL avverte che «ci sarà gente che dovrà trovarsi un altro lavoro»: inevitabilmente il percorso per il salvataggio di Alitalia «passerà attraverso delle dolorose riduzioni del personale» anche se «potrà contare sui mezzi che lo Stato ha per una debita assistenza». Berlusconi ha definito come «giusta» la preoccupazione per i tagli di personale, «perché una compagnia che perde così tanto e che si trova nelle condizioni di Alitalia non può continuare a perdere e quindi tutti dovranno metterci buon senso per arrivare una ristrutturazione della compagnia che possa salvaguardare il numero maggiore possibile di dipendenti, ma che dovrà operare anche delle scelte».

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