Alitalia, trattative molto difficili
Governo: accordo o fallimento

Nuovo stallo, ma un passo dalla rottura delle trattative, il confronto per il rilancio di Alitalia. Il punto centrale sul quale piloti e sindacati fanno muro è il taglio degli stipendi. Proposte inaccettabili viene replicato. Il governo ribadisce: o questa accordo o fallimento. Nuovo appuntamento a domattina.

Il piano industriale per 'salvare Alitalià è duro, ma è anche l'unico possibile perchè l'alternativa è il fallimento. Parole che il governo va ripetendo da giorni e che oggi ha fatto proprie il ministro Claudio Scajola. Parole dietro le quali non bisogna vedere alcun ricatto, si evidenzia però. Devono semplicemente essere lette come una presa d'atto della realtà.
La trattativa sul destino di Alitalia e dei suoi lavoratori diventa di ora in ora più difficile, ma la speranza nell'esecutivo ancora in serata è che alla fine i sindacati cedano. Una delle letture più accreditate, e che sarebbe la più favorevole al governo, è che stiano tirando la corda per ottenere il massimo possibile e per evitare di scoprirsi di fronte al pressing dei dipendenti. Il Partito democratico, ma anche l'Idv e l'Udc, intanto però attaccano: il governo è allo sbando«, accusa Walter Veltroni.
Il Piano Fenice è, politicamente, uno dei fiori all'occhiello di Silvio Berlusconi e il dissolversi della cordata italiana e della Nuova Alitalia sarebbe quindi un duro colpo da dover digerire. Ma, ancora in serata, la fiducia sembrava essere il sentimento prevalente. Il premier oggi si è tenuto alla larga dalla vicenda, che però ha continuato a seguire da vicino attraverso Gianni Letta. Domani sarà a Bari per inaugurare la Fiera del Levante e sul suo intervento, come sempre, sono appuntate molte aspettative. Si tratta di un discorso che tradizionalmente fa leva sulla politica economica, ma che è anche l'occasione per incursioni nell'attualità. Che vi sia un accenno alla vicenda Alitalia non è comunque scontato: previsto nella versione originale, non è infatti detto che compaia anche nella stesura definitiva.
Dipenderà, come è facilmente comprensibile, dagli accadimenti.
Quale sia il futuro che attende la compagnia di bandiera è difficile da prevedere, ma il clima incandescente della trattativa ha avuto come conseguenza certa quella di alzare il livello dello scontro politico tra gli schieramenti che si rimpallano accuse e responsabilità. Alitalia, »una delle più grandi realtà industriali e occupazionali, sta andando all'aria«, afferma il segretario del Pd Walter Veltroni. La colpa? Del governo, che »non ha fatto - sottolinea - quello che doveva fare. Cioè scegliere la strategia, un'alleanza. Si è andati allo sbando in maniera dilettantesca«.
Ma i Democratici soprattutto contestano all'Esecutivo la tesi per cui l'unica strada alternativa alla privatizzazione in salsa italiana sia il fallimento della compagnia: si potrebbe »vedere se ci sono altri gruppi interessati«, rilancia quindi il segretario. Opzione che non sembra essere sul tavolo.
Dure anche l'Italia dei Valori e l'Udc. Per Antonio Di Pietro è tutta »una speculazione finanziaria«, mentre Pier Ferdinando Casini ironizza sul »miracolo« promesso dal presidente del Consiglio: »Non faccio l'uccello del malaugurio - afferma - ma le contraddizioni sono sotto gli occhi di tutti«.
Le opposizioni sferrano l'attacco e la maggioranza fa quadrato. C'è chi come il ministro leghista Roberto Calderoli punta sui sindacati e li invita ad avere "una posizione responsabile«, così come quella tenuta dal governo e dagli imprenditori. Ma c'è anche chi alza i toni come il senatore (Pdl) Mario Ferrara che vede dietro il rischio che salti la trattativa sull'Alitalia un tentativo »orchestrato ad arte« fra la sinistra e i sindacati per »capovolgere l'esito delle elezioni".

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