Assegni sociali e precari:
salvati italiani e giudizi futuri

Con due emendamenti il governo cambierà le norme sulla stabilizzazione dei precari e sul taglio degli assegni sociali. Nel primo caso sarà una sanatoria soprattutto per le Poste, alle rpese con migliaia di vertenze, nell'altro vengono eliminati i rischi per chi non è immigrato

Saranno corrette le norme anti precari e sugli assegno sociali. Nell'emendamento che riguarda i lavoratori a tempo da indennizzare senza obbligo di assunzione,  viene chiarito che riguarderà soltanto i giudizi in corso, alla data di entrata in vigore della legge. Una norma dunque limitata temporalmente e che non avrà effetto su eventuali cause promosse in futuro da lavoratori precari. Sostanzialmente è una 'sanatorià per le cause in corso.
Cambia anche la norma sugli assegni sociali. Un emendamento del relatore Salvo Fleres al decreto sulla manovra, modifica il provvedimento che avrebbe comportato un taglio indiscriminato degli assegni sociali. Resta stabilita la necessità di aver lavorato in Italia per almeno dieci anni, ma scompare la necessità di aver percepito un reddito "almeno pari all'importo dell'assegno sociale".
Nel provvedimento già approvato nella manovra, si consentiva l'erogazione degli assegni sociali soltanto a chi ha lavorato e versato i relativi contributi per almeno dieci anni. Chi nonpoteva dimostrare questo requisito, avrebbe perso immediatamente il beneficio.
Così ad esempio numerose casalinghe, se il decreto fosse stato confermato,  avrebbero rischiato di non potere intascare i soldi già a partire da agosto.

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