Auto e motoscafi per salvare
la scuola a rischio

Al «Da Vinci» mancano 100 iscritti per evitare fusioni. Per rilanciarla nuove specializzazioni legate ai motori

Pronti a schierare auto, motoscafi, e persino una vecchia lambretta pur di salvare la «Leonardo da Vinci». Fuor di metafora, significa che l’istituto professionale di via Magenta, di concerto con l’Amministrazione provinciale, sta sviluppando una serie di iniziative, indirizzate in particolare alla specializzazione del futuri meccanici nel settore delle automobili d’epoca e della nautica, per non rischiare di finire fagocitato dalla "linea dura" della Gelmini sul dimensionamento delle scuole.
Il ministro della Pubblica istruzione, infatti, ha presentato la scorsa settimana ai sindacati le linee guida della riorganizzazione del sistema scolastico, che prevedono «lo smembramento» o «l’accorpamento» per gli istituti con meno di 500 alunni. «Noi ne abbiamo soltanto 400 - ammette la dirigente Margherita Cangini -, ma la nostra scuola ha una storia  che sarebbe un peccato perdere». Nata negli anni Sessanta, la «Leonardo» coltiva due settori, meccanico e termico, che da una parte sfornano operai e quadri della industrie metalmeccaniche (a seconda che ci si fermi al terzo anno o si continui fino al quinto), dall’altra motoristi (per officine e concessionarie) e impiantisti (pronti a lavorare in azienda piuttosto che in proprio come idraulici). «Forse sui ragazzi di oggi esercitano maggior richiamo le telecomunicazione - osserva la preside -, eppure i nostri studenti non hanno difficoltà a trovare lavoro».

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