Battello e strade
Como alzi la voce

Avviso ai lettori. Questo è un altro articolo sullo stile Casa Vianello, dei compianti Sandra e Raimondo: Che barba che noia, sempre le solite cose, che vita vuota». La vita di Como magari non è così i vuota di emozioni. Anzi. Basterebbero quelle che ci dà il panorama in giornate come quella di ieri con il cielo azzurro più pulito che mai. Poi però ci sono quelle negative. Èsporc innanzitutto. Quel che resta dell’Amministrazione provinciale conferma che durante quella rassegna internazionale che capita se va bene solo una volta al secolo, il battello spazzino di competenza (parola non sempre usata a proposito) dell’ectoplasmatico Ente di via Borgovico resterà alla fonda. Perché, bambole non c’è più una lira per rimetterlo nelle acque del primo bacino in modo che lo specchio dell’acqua sia coerente con il cielo post ventoso del primo vero sabato di primavera 2015.

La colpa non è tutta della Provincia, un po’ loè di chi ha fatto questa riforma e un po’ di chi avrebbe i soldi ma fa lo gnorri (vedi alla voce autorità di bacino che oltretutto era stata creata proprio per risolvere i problemi in loco senza attendere Lorsignori).

Ma forse la colpa è un po’ anche di Como che da anni si porta dietro la maledizione di un peso politico che definire piuma appare addirittura ottimista.

Altro fresco esempio è la tangenziale di Como. La aspettiamo da 50 anni (l’avete già sentita questa, eh?) ce la fanno monca così da essere poco utile e dopo averci blanditi con la gratuità nell’anno dell’Expo, al dunque dicono: “Siete su scherzi a parte”. La vostra stradina a metà ve la pagate pure.

D’altra parte i comaschi sono gente pacata, seria, lavoratrice. Personcine che non alzano mai la voce. Quando lo fanno però, vedi il muro che volevano piazzarci di fronte al lago, si fanno sentire eccome. Anche fuori le mura.

Forse adesso sarebbe il momento di farlo ancora. Di mandare un segnale forte e chiaro a chi continua a considerarci miti vasi di coccio. Per anni abbiamo visto i nostri vicini (Lecco e Varese tanto per non fare nomi) portare a casa più di noi o conquistare traguardi che stavano perseguendo anche qui. Bravi loro, forse, anche a selezionare rappresentanti politici più tosti di quelli che scegliamo da queste parti.

Facciamo sentire la voce di Como. Urliamo che il lago sporco non è solo un problema locale. Perché il brand Como è patrimonio dell’umanità e non si può continuare a fare gli struzzi. E sulla tangenziale (per tacer di altre oper,e vedi l’eterna Tremezzina che verrà, forse...) ci si mobiliti per evitare almeno la beffa di un pedaggio che, oltretutto, rischia di trasformare quel nastro di asfalto in un’altra Brebemi o Pedemontana percorsa solo da pochi intimi. Per ciò che dà al sistema Lombardia e all’Italia, Como è in credito e merita di più. Ed è giusto pretenderlo.

Che barba, che noia!

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@angelini_f

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