Berlusconi "stoppa" Fini:
presto per il voto agli immigrati

L'apertuira del presidente della Camera, Gianfranco Fini, alla proposta di Veltroni di estendere il diritto di voto anche agli immigrati che avessero avuto la cittadinanza italiana da almeno cinque anni, non è piaciuta al premier Berlusconi. E così lo ha fermato: il voto agli immirati non è all'ordine del giorno.

Concedere il voto agli immigrati «non è nel nostro programma». Silvio Berlusconi, al termine della sua ottava visita a Napoli da Presidente del Consiglio, anche questa dedicata allo smaltimento dei rifiuti, boccia senza mezzi termini l'ipotesi avanzata da Gianfranco Fini. Quindi liquida sdegnato gli attacchi del Pd al piano Alitalia messo a punto dal suo governo: «Critiche destituite di ogni fondamento - le bolla Berlusconi - a cui non vale la pena rispondere». A Napoli infuria la polemica sulla decisione del Viminale di negare ai tifosi partenopei ogni trasferta per l'intero campionato. Su questo il premier annuncia il pugno di ferro, appoggiando esplicitamente la linea della «tolleranza zero» adottata dal ministro Roberto Maroni. «Dispiace prendere atto che una minoranza di irresponsabili deturpi l'immagine di una città. Ma anche su questo tema - sostiene - seguiremo il metodo usato per i rifiuti. Lo Stato deve tornare a fare lo Stato: contro chi confonde il tifo con il teppismo non avremo nessuna tolleranza». Per porre fine al problema, è la proposta di Berlusconi, bisognerà seguire anche da noi la «ricetta inglese». «Là hanno sconfitto la piaga degli hooligans, potrebbe funzionare anche da noi». Giunto in tarda mattinata, anche oggi in completo blu scuro, senza cravatta, il premier incontra in Prefettura tre sindaci campani per discutere la costruzione di discariche nel loro territorio. Le posizioni, riferisce lo stesso premier, restano distanti, ma il dialogo continua: «Hanno esposto appassionatamente le loro ragioni e noi abbiamo espresso con passione le nostre. Daremo loro risposte ascoltando i pareri dei tecnici, ci rivedremo presto».
Ma è solo un particolare. Per il resto, anche oggi il Cavaliere è soddisfatto per come stanno andando le cose e non rinuncia a raccogliere l'applauso dei napoletani. A ora di pranzo decide di scendere a piedi dalla Prefettura e passeggiare tra la ressa dei fotografi e dei curiosi lungo via Chiaia. Prima di entrare nella pizzeria storica «Brandi», incassa l'ennesimo bagno di folla ed è lì che si fa fotografare con una coppia di sposi entusiasta. Torna in Prefettura, incontra l'ultimo sindaco, quindi alle quattro e mezza raggiunge Palazzo Salerno, quartier generale della struttura guidata dal sottosegretario Guido Bertolaso, per una conferenza stampa. «Napoli - esordisce soddisfatto - è una città pulita. Tutto procede secondo programma», dallo smaltimento, alle gare d'appalto per la costruzione degli impianti, sino alla campagna di sensibilizzazione per diffondere la raccolta differenziata.
«Le grandi difficoltà - assicura - sono alle nostre spalle.
Ora però questa esperienza napoletana può e deve essere monito per le altre regioni. Resta comunque la nostra soddisfazione e il nostro ottimismo per i risultati ottenuti. Ci sono resistenze da parte delle popolazioni locali, assolutamente prevedibili.
Tutti vorrebbero avere vicino casa un parco e non una discarica.
Però questi nuovi impianti non portano alcun nocumento all'ambiente. In più dalle cicatrici possono nascere dei parchi». Qui Berlusconi cita un ricordo personale: «Vicino casa mia, a Milano c'è la 'montagnettà: prima era una discarica, ora è un parco dove vanno a giocare i bambini».
L'Ue approva la normativa anti-immigrati, soprattutto la controversa questione delle impronte ai bimbi rom: «Non avevo alcun dubbio - commenta - ero certo di questo responso perchè la nostra legge era in linea con i diritto comunitario». Infine Berlusconi dice la sua sulla polemica politica a seguito dei fatti di domenica scorsi, sposando la linea dura del Viminale: «In questi giorni sono stato costantemente in contatto con il ministro Maroni e posso dirvi che tutto sta andando nella giusta direzione, con il divieto per l'intera stagione alle trasferte organizzate dei tifosi napoletani». Ciò, aggiunge, non vuol dire però che i singoli non possano seguire la loro «squadra del cuore».

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