Pistola alla testa di una donna
Tenta rapina in centro: arrestato

È salito sull’auto appena parcheggiata in via Manzoni, poi ha estratto una scacciacani

Ha puntato la pistola alla tempia di una donna, in pieno centro Cantù, per portarle via l’automobile, a bordo della quale c’era l’anziana madre della vittima.

Ma poi, per fortuna, ha desistito ed è scappato, salvo poi essere arrestato pochi minuti dopo dai carabinieri della Compagnia di Cantù, che hanno rapidamente chiuso il cerchio attorno al presunto autore dell’aggressione e lo hanno arrestato per tentata rapina.

In carcere è finito Alberto Tuttolomondo, 35 anni, residente a Tavernerio, già noto alle forze di polizia per alcuni reati.

L’aggressione

Appena dopo le 19, l’uomo ha avvicinato due donne, madre e figlia, residenti in città, che avevano parcheggiato nella parte alta di via Manzoni, dove c’è il panificio non lontano dal cinema Lux. Così ha provato a portare via la vettura sulla quale, al posto del passeggero, era già seduta l’anziana madre. Quando la figlia ha visto che l’uomo stava cercando di salire l’automobile, ha reagito, cercando di fermarlo. Tuttolomondo, a questo punto, secondo quanto raccontato dalla stessa vittima dell’aggressione, avrebbe puntato la pistola alla tempia della donna con una pistola. In realtà, come è stato possibile verificare solo in un secondo momento, si trattava di una scacciacani, cioè “replica”, una copia pressoché identica a una normale arma, alla quale l’uomo aveva però tolto il “tappino” rosso, che la distingue - appunto - da quelle vere.

La donna non si aspettava certo una reazione del genere, e, spaventata, ha iniziato a urlare, attirando anche l’attenzione di altri passanti. A quel punto l’aggressore ha preferito allontanarsi, fuggendo in direzione del centro.

Nel frattempo le due donne, spaventate, hanno chiamato il 112 e sul posto è arrivata la pattuglia dei carabinieri: i militari della stazione di Cantù, comandati dal luogotenente Euro Sabatinon, insieme ai colleghi del Nucleo Radiomobile di Cantù, hanno raccolto le testimonianze di madre e figlia, che hanno descritto l’aggressore come una persona abbastanza giovane, magra, e con alcuni tatuaggi sul corpo.

Le rapide indagini

Nel giro di breve tempo i militari hanno scoperto che Alberto Tuttolomondo si era rifugiato alla vicina Mensa del Povero, dove aveva cercato di nascondere la pistola sotto un tavolo: ma questo gesto, ovviamente, non è bastato a evitargli l’arresto, dato che è stato anche riconosciuto chiaramente dalle vittime. Gli stessi volontari della mensa, quando hanno visto la pistola, avevano chiamato i carabinieri.

Alberto Tuttolomondo è finito prima in caserma, e successivamente è stato portato in carcere con l’accusa di tentata rapina.

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