Cantù: i negozi "automatici"
soppiantano quelli tradizionali

Sempre più diffusi i punti vendita gestiti da "robot" che diventano anche luoghi di aggregazione, mentre scompaiono gli esercizi storici

CANTU’ La città diventa sempre più automatica, e la beffa sembra in linea con la tecnologia del terzo millennio. Da una parte ci sono i «robot» che dispensano cibarie e bevande dai distributori: conquistano nuovi spazi e diventano persino punti di ritrovo. Mentre gli «umani», impegnati a tirare avanti la carretta dietro il bancone di un’attività tradizionale, perdono colpi e tirano giù le serrande, perché i clienti scarseggiano. Entro la fine dell’anno, a Cantù chiuderanno altre tre attività che si affacciano su via Ariberto: il panettiere, il fruttivendolo e la sartoria. Gli ultimi di una serie. Perché il centro città, negli ultimi anni, si è svuotato. E si è riempito, viceversa, di distributori automatici. Sono sparsi per la città un po’ ovunque, e sempre più persone si ritrovano a chiacchierare davanti ad uno dei tanti pianeti di un microcosmo silenzioso. Dove l’unico rumore, a parte il vocio di chi si ferma a prendere un caffè alla macchinetta, piuttosto che una bibita o un panino, è quello della monetina che si tuffa nella macchina.

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