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Mercoledì 13 Agosto 2008
Caro libri, le scuole lariane
non rispettano i tetti di spesa
Famiglie costrette a pesanti esborsi per riempire la cartella ai figli. Istituti fuorilegge? No, per non incappare in sanzioni buona parte del materiale viene indicato come consigliato, ma non obbligatorio.
Tetti di spesa per tutte le classi delle superiori, decretati a febbraio dall’ex ministro Fioroni, e libri digitali che si scaricano da Internet, annunciati a giugno dal nuovo governo, non hanno per ora alleviato la spesa delle famiglie comasche per i manuali scolastici. Per il primo anno del classico, stando alle tabelle ministeriali, si dovrebbero spendere al massimo 320 euro, ma se vai a vedere la lista dei libri della quarta ginnasio, sezione A del «Volta», la somma dà 648. Per gli istituti tecnico-industriali il limite è superato di soli 2 euro. E alla Ripamonti di 18. Sono tutte scuole «da denunciare», come vorrebbe il Codacons? No, perché formalmente rispettano la legge alle lettera. Anzi, al centesimo: al «Volta» 310.71 euro corrispondono ad atlanti e dizionari, il cui acquisto non è obbligatorio ma consigliato, anche se ci si chiede senza come sia possibile ad esempio tradurre una versione di greco o latino. Tolta questa cifra, la spesa scende a 338.10 euro. Comunque 18 in più del limite, non fosse che la legge consente uno sforamento del 10% per le sezione sperimentali.
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