Campione, la beffa del Casinò
Fallito ma ancora da pagare

Fino al 2026 il Comune deve onorare un mutuo di 6 milioni di euro per la sede aperta nel 2007. Il Commissario: «Ho segnalato la questione al governo»

A Campione d’Italia non tornano i conti, e non è una novità. È però curioso sapere che resti ancora da pagare un mutuo da 45 milioni di euro fino al 2026 per la costruzione della colossale casa da gioco vista lago.

Il commissario prefettizio Giorgio Zanzi, chiamato a gestire il dissesto del Comune, ad oggi si dichiara impossibilitato a garantire gli equilibri finanziari dell’ente pubblico. L’enclave ha una esposizione debitoria da capogiro, nemmeno riducendo all’osso i servizi e il personale o alzando le tasse si riesce a costruire un bilancio, anche la vendita di tutti i gioielli di famiglia non è nel breve tempo risolutiva.

«Non possiamo mettere a bilancio ciò che ancora non abbiamo venduto – spiega Zanzi – e che per altro speriamo venga venduto. I tagli li aveva già fatti la precedente amministrazione, i servizi essenziali che rimangono non possono essere cancellati, quanto alle tasse le abbiamo alzate al massimo. Servono molte più risorse, si pensi soltanto ai debiti che Campione d’Italia ha verso il sistema bancario, per la costruzione della nuova casa da gioco, del grande Casinò, rimangono circa sei milioni e mezzo di franchi all’anno da pagare fino al 2026».

Tradotti in euro sono 5 milioni e 700mila all’anno, per otto anni fanno 45 milioni e mezzo di euro. La gigantesca costruzione firmata dall’architetto Mario Botta inizialmente doveva costare 70 milioni di euro, all’inaugurazione nel 2007 il conto era salito a 170 milioni di euro.

E poi restano da pagare dieci mesi di stipendio a un centinaio di dipendenti il cui mensile medio si aggira intorno ai 10mila euro, altri dieci milioni di euro dunque. Più una ventina di milioni di euro per somme mai pagate verso fornitori, ditte svizzere, appalti. Sono 80, 90 milioni di debiti.

«Infatti ho segnalato la situazione al governo e resto in attesa di capire se ci sono delle direttive – dice Zanzi – io non so se arriveranno degli aiuti, delle deroghe, so che al momento non ci sono le condizioni per costruire un bilancio equilibrato».

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