In via Regina con i bimbi di sei mesi
«Quella mamma non era abbandonata»

Era già ospite del “Cof” di Montano Lucino dal quale si era allontanata nel pomeriggio - La responsabile del centro: «La nostra, una struttura aperta. Se n’era andata in cerca di amici»

La giovane mamma di 19 anni che sotto l’acqua torrenziale di mercoledì si era presentata la centro di via Regina con i suoi gemelli di sei mesi, in realtà era già ospite di un’altra struttura di accoglienza della provincia, il Cof (Centro di orientamento femminile) di Montano Lucino.

«Era nostra ospite da due giorni» conferma la vicepresidente del centro, l’ex consigliere regionale Daniela Maroni, alla quale mercoledì sera si era rivolto il direttore della Caritas diocesana Roberto Bernasconi, che dopo avere chiesto ai servizi sociali del Comune e dopo aver cercato una sistemazione in altre strutture, a tarda sera si era risolto a bussare proprio al Cof: «Soltanto allora, dopo avercela accompagnata con i suoi bambini - ricorda ora lo stesso Bernasconi - abbiamo scoperto che era già alloggiata presso di loro».

Perché si era allontanata? «Probabilmente perché cercava alcuni suoi conoscenti - aggiunge Daniela Maroni -. Quando ci hanno telefonato dal centro di via Regina chiedendoci se fossimo stati disposti ad accogliere una giovane mamma, abbiamo subito riposto di sì. Poi, quando l’abbiamo vista, abbiamo scoperto che era già ospite nostra e che nel pomeriggio era uscita. Il Cof del resto è una struttura aperta, si entra e si esce liberamente. È stato tutto un grande equivoco».

Anche la prefettura ieri sera ha confermato: la ragazza, di nazionalità ivoriana, è, come suole dirsi, “in accoglienza”, beneficia cioè dei servizi e dei diritti che spettano a lei come ai suoi bambini.

La sua breve “fuga” era diventata - prima che se ne chiarissero i contorni - motivo di ulteriore tensione tra i fautori della chiusura del centro, che secondo il Governo ha esaurito il suo scopo, e quanti invece ritenevano e ritengono che i prefabbricati di via Regina potessero essere riutilizzati per fare fronte all’imminente emergenza freddo e per dare un riparo agli oltre cento senzatetto della città.

Sullo sfondo il braccio di ferro che oppone ormai da mesi l’amministrazione comunale alle associazioni attive sul fronte dell’accoglienza, Caritas in primis. Ieri il ministro dell’Interno Matteo Salvini lo ha ribadito a La Provincia: «La chiusura del centro per immigrati di Como è una vittoria della Lega e del governo. L’avevamo promesso, l’abbiamo fatto. Il tutto senza lasciare in mezzo alla strada delle persone: i pochi immigrati che erano rimasti nella struttura sono stati trasferiti altrove. Anche la signora con due bambini piccoli, di cui avete scritto ieri, non è stata abbandonata: era (ed è) ospite in un altro centro».

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