A Varese i quadri comaschi
L’ex Asl ora conferma: «sede più adatta»

La Regione conferma che l’Ats Insubria vuole portare a Varese nove preziosi dipinti di Como, compreso un Radice e un Nuvolone.

Le indiscrezioni delle scorse settimane hanno trovato conferma nella risposta a un’interrogazione presentata dal consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo. L’assessore al welfare Giulio Gallera si è limitato al silenzio e ha inoltrato una nota firmata il 5 giugno dal direttore generale dell’Ats Lucas Maria Gutierrez. E proprio in questo documento si legge, nero su bianco, che il numero uno dell’Ats ha chiesto il trasloco dei quadri adducendo problemi di sicurezza come giustificazione.

«Con la presente nota – ha scritto Gutierrez alla Soprintendenza archeologica delle belle arti e del paesaggio – si chiede lo spostamento di nove dipinti di valore artistico risalenti a diversi periodi, tra il 1600 e il 1800, di proprietà della scrivente agenzia. A maggior tutela delle opere le stesse verrebbero trasferite dalla sede di Como in via Pessina a quella di Varese in via Rossi nel padiglione Biffi». L’ex Asl di Como sta infatti liberando i locali via Pessina: con la nascita dell’Ats Insubria e l’unione con Varese molte strutture sono state spostate, i rimanenti uffici troveranno ospitalità nella cittadella della salute del vecchio Sant’Anna.

Allegata alla nota dell’Ats c’è una lunga relazione nella quale si spiega che «nonostante un impianto anti intrusione, la sede di Varese è giudicata più opportuna rispetto a quella di Como. Inoltre a Varese i visitatori possono beneficiare dell’esposizione». Il consigliere Orsenigo definisce lo spostamento di queste opere uno «scippo ingiustificato» mentre la Regione, a suo dire, «invece di controllare latita». «Gallera non ha risposto – tuona Orsenigo - limitandosi a trasmettere copia della richiesta che l’Ats, che ha sede a Varese, ha inviato alla Soprintendenza. La Regione se ne lava le mani e questo la dice lunga sul rispetto che la Giunta di centrodestra ha per le sue province, con l’aggravante che tutto avviene nel silenzio dei rappresentanti delle forze di maggioranza comaschi. L’Ats, poi, non sembra avere piena coscienza del patrimonio che sta trattando».

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