«Attento, ti brucio il negozio»
Minacce anche dalle mamme
dei ragazzi della baby gang

Picchiavano anche per 80 centesimi. Ruolo da protagonisti (in negativo) anche per i genitori

Un commerciante di Villa Guardia minacciato da una madre dopo avere denunciato il tentativo di furto di uno scooter da parte di cinque ragazzini: «Ti brucio questo negozio di m.» si è sentito urlare in faccia l’esterrefatto negoziante. E un ragazzino preso a pugni a Monte Olimpino, dopo che già gli erano stati estorti 65 euro, solo per portargli via altri 80 centesimi.

Sono solo due assaggi dei tanti episodi di cui si sarebbero resi responsabili i componenti della baby gang che da un anno terrorizzava Como e i comuni limitrofi.

Si chiama microcriminalità giovanile, ma è un espressione che non rende il clima di paura seminato da questa banda. I reati contestati ai diciassette minorenni comaschi raggiunti l’altro ieri da misure di custodia cautelare sono stati commessi nel periodo che va da luglio a ottobre, ma il terrore correva tra i portici di via Plinio da almeno sei mesi prima. Lo sapevano tutti: chi ci vive, chi ci lavora, i commercianti. E i tanti ragazzini che sotto i portici trascorrono i loro pomeriggi.

Sono 38 gli episodi contestati, per i quali carabinieri e questura hanno raccolto la denuncia da parte delle vittime. Molti altri non sono mai stati denunciati. La descrizione delle loro “gesta” indica un modus operandi ritenuto estremante pericoloso dagli inquirenti: invariabilmente hanno sempre messo a frutto la “forza intimidatoria” del branco.

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