Como, il Tempio Voltiano
sta cadendo a pezzi
Simbolo oscurato

Tre anni fa il crollo di una porzione del soffitto. Rischi anche all’ingresso, il Comune mette le transenne . Gerosa: lo studio evidenzia che serve un restauro radicale

Non c’è pace per il Tempio Voltiano. Inagibile il piano superiore da tre anni, ieri sono state posizionate alcune transenne anche al piano terra a scopo precauzione per il rischio di altri distacchi dell’intonaco.

Il monumento dedicato a Volta, dove sono presenti gli strumenti utilizzati per i suoi esperimenti oltre a diversi cimeli, resta aperto ma, come detto, anche al piano terra ci sono tre punti dove non è possibile transitare. Ieri mattina è stato fatto dai tecnici comunali un apposito sopralluogo, al termine del quale si è deciso di mettere le transenne e non è escluso che nelle prossime ore vengano posati, a ridosso degli intonaci a rischio, degli speciali “vassoi” puntellati in modo da raccogliere eventuale materiale che si dovesse staccare. L’assessore ai Lavori pubblici Daniela Gerosa chiarisce che a fine maggio è stato effettuato l’ultimo sopralluogo del monitoraggio richiesto parecchio tempo fa dalla Soprintendenza.

Il risultato ha evidenziato che la situazione non è migliorata nei punti del primo piano dove è stato eseguito un intervento tampone e che ci sono problemi di tenuta anche al piano terra.

«Se da un lato le notizie non sono buone - spiega Gerosa - dall’altro finalmente la situazione si è chiarita. I tecnici nei prossimi giorni invieranno una relazione alla Soprintendenza nella quale spiegheranno che sono stati seguiti tutti i passi indicati, ma che adesso è evidente che si debba intervenire in modo complessivo e che non si possa più aspettare».

Nel dettaglio è stato chiarito che i distacchi tra gli intonaci e la struttura che si erano verificati procedono e che al piano terra sono tre i punti che meritano di essere monitorati. Gerosa dice che le transenne «sono state collocate a scopo precauzionale» e spiega di aver chiesto una relazione agli uffici «che sarà inviata alla Soprintendenza, in modo da poter iniziare a predisporre il progetto definitivo». Aggiunge che si dovrà procedere «staccando le parti decorative perché anche l’intervento di due anni fa non è stato risolutivo» e che «almeno adesso ci si muoverà da questa situazione di impasse. Vista la lenta progressione con cui procedono i distacchi è opportuno non aspettare e procedere in modo radicale».

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