Guerra legale, il Cube chiude
Il Comune intima lo sfratto

Il locale nei pressi dello stadio al centro di una controversia legale

Il Cube chiude il 28 luglio, il Comune ha ordinato lo sfratto. Con una lettera datata 12 luglio l’amministrazione comunale ha intimato al Cube di lasciare libero immediatamente il locale che deve tornare dopo una dozzina di anni di concessione nelle disponibilità del Comune. E così il bar caffè che strizza l’occhio alla movida tra i giardini a lago e viale Fratelli Rosselli domenica chiuderà i battenti. L’intenzione di Palazzo Cernezzi è di aprire presto un bando. Gli attuali gestori e proprietari però non ci stanno. «Nel 2007 abbiamo contestato al Comune l’affitto – racconta Massimo Fraccaroli, amministratore unico di Cube srl – ci chiedevano i soldi per l’immobile, che però avevamo costruito noi, mentre avrebbero dovuto chiederci un mensile ben più basso solo per il terreno. Abbiamo superato diversi gradi di giudizio, ci hanno anche riconosciuto una parte seppur irrisoria della differenza del canone. Ma l’ultima parola spetta al Consiglio di Stato che non si è ancora espresso. Siamo in attesa della sentenza e abbiamo chiesto una valutazione in tempi stretti». Sì, ma la concessione d’uso è scaduta nel 2016, da allora il locale è in proroga. I patti iniziali prevedevano che il Cube, sorto su un terreno pubblico, tornasse nelle mani del Comune. Sono passati già tre anni.

La posizione del Comune, è però pacifica. La concessione è scaduta da tre anni, il locale deve rientrare nelle disponibilità del Comune. Una volta riavute le chiavi si valuteranno le condizioni dello stabile e si procederà con un nuovo bando per la gestione. Secondo Palazzo Cernezzi le possibili decisioni del tribunale non interromperanno questo iter. Il caso Cube è stato reso noto durante l’ultimo consiglio comunale da un intervento preliminare del capogruppo di Forza Italia Enrico Cenetiempo

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