I presidi su mamme
e gruppi whatsapp
«Come i cyberbulli»

L’invito dei dirigenti comaschi ai professori

Basta gruppi whatsapp con alunni e professori: secondo i presidi è bene tenersi alla larga anche dalle chat con i genitori. In questi giorni l’associazione nazionale dei presidi ha preso posizione circa l’uso poco saggio dei social nel mondo della scuola, in particolare di whatsapp, sull’onda di diversi episodi considerati “sconvenienti” se non addirittura con risvolti potenzialmente penali. Per colpa delle chat anche nella nostra città studenti e genitori sono finiti in situazioni spiacevoli.

«Serve un codice deontologico - ragiona Massimo Spinelli, presidente di Anp Lombardia - dei criteri etici per capire come e quando è bene non utilizzare questi strumenti. Perché è vero che oggi tutti usano le chat, ma è altrettanto vero che non tutti le utilizzano correttamente. Sui social si reagisce d’istinto, senza riflettere, è impossibile argomentare. I docenti che avvicinano i ragazzi con questi mezzi devono usare grande accortezza». E con i genitori? «Le mamme si ritrovano sui social più spesso per denunciare, gridare, urlare, non per informare e risolvere i problemi - dice ancora Spinelli - questi metodi di comunicazione hanno degli aspetti degenerativi, non lontani dal cyberbullismo che serpeggia tra gli alunni e che le scuole cercano di combattere».

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