La nonnina non voleva uccidere
Don Guanella, pena dimezzata

Otto anni all’anziana che soffocò un’ospite della struttura - Per i giudici d’appello si trattò di un omicidio preterintenzionale

Como

I giudici della prima sezione della Corte d’assise d’appello di Milano, hanno dimezzato ieri la sentenza di condanna emessa in primo grado, a Como, nei confronti di Antonietta Pellegrini, 81 anni, riconosciuta colpevole dell’omicidio che il 27 settembre del 2017 costò la vita di un’altra ospite del don Guanella di via Grossi, Dolores De Bernardi, soffocata nel suo letto di degenza con un paio di guanti in lattice.

Condannata a 16 anni dalla corte d’Assise di Como nel luglio dell’anno scorso, la signora Pellegrini esce dal processo di secondo grado con una condanna a otto anni, benché la procura generale avesse chiesto la conferma della sentenza comasca: fu, secondo i giudici milanesi, un omicidio non volontario ma preterintenzionale.

Soddisfatti ovviamente i suoi avvocati, Michele Monti e Fabrizio Lepore, che proprio questo avevano invocato, una assoluzione o, come si dice, “in subordine” una riqualificazione del capo di imputazione, che tenesse conto di una diversa gradazione del cosiddetto elemento soggettivo, «che - per dirla con l’avvocato Lepore - tutto avrebbe potuto essere, colposo o preterintenzionale, senz’altro non doloso». Per conoscere le motivazioni della sentenza bisognerà attendere 90 giorni, il tempo indicato dai giudici per il deposito.

Quanto alla signora Antonietta, rimane agli arresti domiciliari: dopo la morte di suo marito, mancato nel mese di marzo del 2018, fu trasferita a Pellio Intelvi, alla rsa San Michele dove si trova tuttora.

In primo grado si difese con una certa determinazione: «Io la colpa non me la voglio prendere - aveva detto ai giudici di Como rispondendo in aula alle domande - perché prendersi la colpa e non averla è la cosa più brutta... Andate a cercare le mie referenze, ho lavorato 10 anni da volontaria in Ca’ d’Industria con gli anziani, quando sono andata via il parroco è venuto a chiedermi di tornare... La Dolores? Poverina, non stava bene, gridava in continuazione, e anche gli altri le dicevano di stare zitta... Una volta anche io le ho detto “Dolores, non gridi così forte che si stanca”... Quel giorno l’ho vista attraverso la porta della sua stanza mentre tornavo nella mia camera, aveva la bava alla bocca e urlava, e allora mi sono permessa di entrare - anche se so che è vietato - e c’erano due guanti, e li ho presi e li ho stropicciati un po’ così, per pulirle la bocca, e poi li ho lasciati lì, sul suo letto...».

Alla luce della sentenza di ieri potrebbe essere davvero questa la ricostruzione definitiva.

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