La nuova maturità fa discutere
Orale, le buste come nei quiz

Il ministero ha diffuso le nuove regole: si parte con il sorteggio Caggiano: «Serviva un rinnovamento». Foderaro: basta cambiare sempre

«Niente panico». È l’invito di presidi e professori rivolti ai maturandi lariani. Con largo anticipo rispetto al solito, il ministero dell’Istruzione ha diffuso le indicazioni sull’esame di stato finale: il documento guiderà presidenti, commissari e docenti nelle tappe di avvicinamento alle prove di giugno (si comincia il 19). Visti i cambiamenti introdotti, è normale da parte dei ragazzi avere qualche preoccupazione in più rispetto ai colleghi degli anni passati.

«A scuola ne stiamo discutendo – spiega Marzio Caggiano, preside del Giovio – così da gestire la nuova maturità con maggiore consapevolezza e al meglio. Ogni novità cerca d’essere al passo con i tempi e le prove avevano bisogno di un rinnovamento».

Una sezione specifica del provvedimento del Miur è dedicata all’orale: il giorno del colloquio, il presidente di commissione preleverà in modo casuale tre buste alla presenza di ciascun candidato e le sottoporrà a quest’ultimo che ne sceglierà una. I materiali già estratti non potranno essere riproposti in successivi orali. «Confido nelle commissioni – continua Caggiano – gli studenti riusciranno ad esprimere al meglio le proprie competenze».

Il documento esplicita i vari passaggi del colloquio: prenderà il via da materiali predisposti dalla commissione (testi, documenti, esperienze, progetti, problemi) e servirà a verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi caratteristici delle singole discipline, la capacità del candidato di utilizzare le proprie conoscenze e di metterle in relazione per argomentare in maniera critica e personale. I materiali, precisa il dispositivo ministeriale, costituiranno solo uno spunto di avvio, «il resto sarà una distesa trattazione di carattere pluridisciplinare, per fare emergere al meglio il percorso fatto da ciascuno studente». Nella predisposizione di questi materiali di partenza la commissione terrà conto del percorso didattico effettivamente svolto, in coerenza con il documento prodotto entro il 15 maggio da ciascun consiglio di classe. «Non si può, in ogni caso, mettere in pista una prova senza aver abituato i ragazzi a raggiungere l’obiettivo. Purtroppo, nella scuola, siamo in balia dei politici. Non ci si può svegliare la mattina e cambiare tutto», è il commento di Domenico Foderaro, preside del Pessina. «Gli studenti sono un po’ timorosi – conclude il docente di filosofia della Ciceri Francesco Ammirata – ma c’è ancora tanto da capire e su cui il ministero dovrà fare chiarezza. Per quanto mi riguarda, sospendo il giudizio».

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