Migranti, la Lega contro il vescovo: «Abbiamo idee diverse»

Dibattito dopo le parole alla città sull’accoglienza

Maggioranza divisa: Forza Italia favorevole, leghisti no

Ponti, non muri. In occasione della festa del patrono, nel suo primo messaggio rivolto alla città e alla diocesi intitolato, “La convivialità delle differenze: uno stile nuovo di umanità”, il vescovo Oscar Cantoni ha dedicato grande attenzione al tema dei migranti, sottolineando l’importanza di costruire un futuro di pace e di benessere sociale.

L’argomento, in una città di frontiera come la nostra, è di stretta attualità: a Como sono presenti circa 1.500 i migranti, di cui 1.200 richiedenti asilo ospitati nei Cas, 220 al centro di accoglienza temporaneo di via Regina Teodolinda e circa 120 costretti a dormire in strada o in ripari di fortuna.

Tra gli esponenti della maggioranza in carica a Palazzo Cernezzi sono diverse le reazioni al messaggio arrivato martedì sera nella basilica di Sant’Abbondio

Assente il primo cittadino Mario Landriscina, al suo posto era presente il vicesindaco Alessandra Locatelli: «Sappiamo che il vescovo ha questo pensiero, in linea con la sua carica, non mi sarei aspettata parole diverse – ha commentato Locatelli, esponente della Lega Nord – Rispetto la sua funzione, io però la penso in modo diverso: per me, costruire insieme una comunità migliore significa proteggere, avere rispetto per i cittadini e non aumentare le tensioni sociali aiutando persone che non posso aiutare».

Anna Veronelli, presidente del consiglio comunale e segretaria cittadina di Forza Italia, condivide invece il messaggio di monsigno Cantoni: «L’ho trovato - dice - un richiamo forte a essere uniti e ad affrontare insieme i problemi, un invito a essere una città solidale che condivido in pieno. Carica la politica di una responsabilità forte, restituisce dignità al suo ruolo, che è quello di prendersi cura dei più deboli. Per metterlo in atto occorre agire come stiamo facendo noi, con grande responsabilità e un investimento fortissimo nell’ambito dei servizi sociali per tutti: nuovi poveri, emarginati e famiglie in difficoltà».

Il vescovo, infatti, si è rivolto alla politica: «Sarebbe difettosa la classe politica che ignorasse il clima di allarme che a volte serpeggia tra la nostra gente – ha spiegato - ma nello stesso tempo sarebbe dannoso creare inutili allarmismi, dimenticando che gli immigrati possono essere una risorsa».

Il messaggio è piaciuto a Bruno Magatti, ex assessore alle Politiche sociali e oggi consigliere comunale di Civitas: «Bene! Un altro vescovo che non rinuncia a esprimere con chiarezza il suo pensiero e a esaltare il ruolo della politica come “vocazione altissima”. Non ha paura di chiedere alla città l’apertura a uno stile nuovo di umanità, di ricercare le superiori ragioni della verità e del bene, di invocare un patto di amicizia sociale che superi le differenze». Sul richiamo alla politica, Magatti aggiunge: «Si comincia a capire la differenza con chi ha affrontato situazioni complesse costruendo un “clima sociale” e un’agibilità che hanno reso possibili soluzioni efficaci, rispettose di ogni persona, in grado di prevenire tensioni e gestire emergenze. Il volto che oggi la nuova amministrazione svela è antitetico: non affrontare le situazioni ma esasperarle».

Da una parte i cittadini domandano sicurezza, ha ricordato Cantoni, dall’altra i numerosi immigrati chiedono una protezione umanitaria, che non può essere ignorata. Il pericolo è di esasperare le reali situazioni oggettive, creando turbamento e inquietudine, col rischio di generare una “guerra tra poveri. Occorre, quindi, mettere in atto processi che siano capaci di offrire soluzioni progressive. «Se cerchiamo il bene - ha ricordato il vescovo - dobbiamo puntare decisamente a un patto di “amicizia sociale”, che preceda e vada oltre ogni differenza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA