Piange la Como bianconera
«Uscire così, che male»

Da Claudio Gentile a Filippo Arcioni e Ambrogio Taborelli. «In lutto dall’anno scorso. Maledetta coppa, forse è meglio non giocarla più»

Maledetta Champions League. Per i tifosi bianconeri la crudeltà dello sport si è materializzata in tutta la sua durezza a trenta secondi dalla fine della partita di ritorno: un rigore dubbio concesso al Real Madrid ha messo fine alla corsa della Juventus in Champions League, fino a quel punto autrice di una prestazione straordinaria.

Il giorno dopo, sulle rive del Lario, i supporter juventini, ancora provati dalla delusione, fanno i conti con l’amarezza per una conclusione che giudicano immeritata e l’orgoglio per il gioco espresso nella gara di ritorno.

Al Santiago Bernabeu, Claudio Gentile ha vinto la coppa del Mondo con l’Italia nel 1982: «È uno stadio in grado di dare grandi motivazioni e stimoli per i giocatori. La Juve ha fatto una grande partita a casa dei “Blancos” e senza quell’errore grossolano da parte dell’arbitro ci sarebbero stati i supplementari e sarebbe stato ancora più emozionante».

Ambrogio Taborelli, presidente della Camera di Commercio,non ha guardato il match in diretta: «Non riesco più a sopportare la tensione - specifica -. Ho visto il riassunto con i goal e le azioni. Spiace tantissimo, però è la prova di come il gap fra le squadre spagnole e italiane non sia così alto, in realtà siamo vicini. A me piace molto guardare la Premier League perché tutti corrono come pazzi e giocano sempre fino alla morte. Ecco, con questo spirito, puoi battere anche le più forti. Resta forte la delusione: ho ascoltato i commenti di Allegri e Agnelli e ho apprezzato il loro equilibrio». Filippo Arcioni, presidente di Villa Erba, è in lutto dal 3 giugno dello scorso anno, il giorno della finale persa dalla Juventus sempre contro il Real. «Il risultato di mercoledì - conclude - non fa che aggravare il mio dolore, che è enorme. È una coppa capace di farci del male. Dico una provocazione: forse è meglio non giocarla mai più. È maledetta».

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