Sanità, l’allarme a Como
«Il sistema non regge»

Denuncia dei vertici di Sant’Anna e Valduce: «Molto preoccupati per i mesi estivi»

Sanità a rischio collasso: gli ospedali di Como temono a breve di non reggere l’urto. Ieri a villa Gallia si è tenuto un convegno organizzato dalla Cisl dei Laghi sul futuro della nostra sanità, presenti tutti i vertici della medicina comasca. L’invecchiamento della popolazione, l’aumento della domanda di cura, le lunghe liste d’attesa, la diminuzione dei fondi a disposizione e la carenza dei medici in servizio sono stati alcuni degli argomenti toccati.

Quel che colpisce è che le previsioni più fosche e le critiche più dure siano arrivate non tanto dai sindacati, quanto dai due principali ospiti responsabili degli ospedali cittadini. «Nel distretto lariano abbiamo 1,9 posti letto per ogni mille abitanti - ha detto Fabio Banfi, direttore generale dell’Asst Lariana - quando la media dovrebbe essere di 3 ogni mille. Per gestire la l’emergenza non siamo andati a piangere con il cappello in mano e non abbiamo chiesto l’invio dell’esercito.Ma la carenza dei finanziamenti e dei letti vuol dire un sovraffollamento permanente del pronto soccorso, un servizio sotto costante assedio. Senza strumenti questa è la risposta. Entro cinque anni questo sistema non reggerà più».

«Il nostro sistema sanitario è ottimo perché riconosce universalmente le cure - ha detto Mariella Enoc, procuratrice speciale del Valduce - ma fino a quando sarà in grado di farlo? Io sono contraria ad un sistema privatistico, oggi però la prospettiva è di crisi e perciò dobbiamo rivisitare, prima che sia tardi, la nostra sanità. Questa estate non so come faremo a garantire i servizi, non posso chiedere ai medici di lavorare ininterrottamente».

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