Torna l’antico Crocifisso di San Provino

Esposto da stamattina in Duomo , ha capelli e barba veri

Venerato fin dal XV secolo, fu custodito nella chiesa di Santo Stefano

Troverà collocazione nel futuro Tesoro del Duomo il Crocifisso di San Provino, restaurato col sostegno dalla Fondazione Comasca e dal Capitolo della Cattedrale. Sarà esposto in cattedrale da oggi a lunedì 14 settembre, giorno dedicato all’Invenzione della Croce. Il restauro è stato condotto da Sonia Bossini di Milano e diretto dal dottor Daniele Pescarmona della Sovintendenza per i Beni Storici e Artistici.

In legno scolpito e dipinto del secolo XV, di autore anonimo, è un crocifisso dalla braccia e dalla testa mobili, con capelli e barba veri, tali da creare nel fedele una forte partecipazione emotiva, insieme con le tracce di sangue disseminate a seguito della flagellazione, dipinte realisticamente. La croce su cui è montato non è quella originale e misura m 2,40 per 1,65. La figura umana invece segue una regola di perfezione tipica del Rinascimento: l’altezza di m 1,39 è quasi identica all’apertura delle braccia (m 1,34), come nell’Uomo vitruviano, quello disegnato anche da Leonardo iscritto nel quadrato e che ritroviamo sulla moneta da 1 euro.

Un “gemello” in Ticino

Il Crocifisso fu trasferito nel XIX secolo, in data imprecisata, in una cappella laterale della chiesa di San Provino, quando fu demolita la piccola chiesa di Santo Stefano, che sorgeva proprio di fianco al Duomo a metà della via Maestri Comacini.

Apparteneva alla confraternita di disciplini detti del Crocifisso di Santo Stefano e stava in una nicchia con vetro all’altare a destra entrando, dov’era incorniciato l’elenco delle indulgenze concesse dai papi.

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