Viale Masia, anche il nuovo assetto fa paura
«Si corre troppo, così ancora non va»

Moto e pedoni: il secondo incidente in pochi giorni rilancia il tema sicurezza lungo le strisce pedonali. Le voci dei residenti: «Serve un semaforo a chiamata»

«Via Masia è pericolosa da sempre. Ma peggio di così non si può».

È perentorio il commento di Francesco Cucinotta, parrucchiere del negozio “Max & Frank”, situato a pochi metri dal pericoloso attraversamento pedonale sede di seri incidenti negli ultimi anni.

Il Comune ha fatto posizionare dei paletti in plastica nel tentativo di risolvere un problema: l’accecamento degli automobilisti dovuto alla luce del sole nelle ore centrali della mattinata durante la stagione invernale. Questo rendeva impossibile vedere i pedoni sulle strisce.

Complice l’alta velocità, nonostante il limite dei 30 km/h, nel recente passato questo tratto è stato teatro di investimenti, tra cui uno mortale. La disposizione dei paletti restringe la carreggiata (forse troppo perché toglie spazio “vitale” per i mezzi pesanti) e dovrebbe imporre drastiche riduzioni della velocità.

Ad oggi però la situazione non è migliorata, anzi: nel pomeriggio di venerdì scorso un motociclista ha urtato uno dei paletti ed è caduto a terra. È stato subito trasportato in elicottero all’ospedale di Varese e le sue condizioni sarebbero gravi.

«Speriamo non accadano più incidenti – si augura Cucinotta – anche se è sotto gli occhi di tutti, i paletti sono pericolosi, si tratta di un sistema che non va a salvaguardare i pedoni di sicuro, ma nemmeno ciclisti e conducenti di moto. Al buio sono quasi invisibili. Finché non si ripensa alla viabilità di tutta la strada, i rischi per gli utenti deboli della strada rimangono. Ad esempio, nessuno si sofferma sul fatto che ci sono due fermate del bus di linea in curva. E una di queste si trova appena dopo il passaggio pedonale, in prossimità della confluenza con via Borgovico vecchia. A me questo fa rabbrividire: è assurdo anche solo immaginare che un pullman si debba fermare su una curva e far scendere o salire persone. La pensilina, insieme alle strisce e al semaforo a chiamata per ordinare e rallentare i veicoli, va messa a metà di viale Masia, non all’inizio o alla fine. Pazienza se verrebbero sacrificati dei parcheggi a raso sui lati della strada. In gioco c’è la nostra sicurezza, non si può stare ancora a guardare».

Non mancano quindi idee o proposte concrete per mettere in sicurezza il tratto.«Anche io vorrei vedere spostato l’attraversamento - ha detto Stefano Cima Vivarelli - e poi non sarei contrario a mettere dei dossi in cemento, ben segnalati da catarifrangenti e luci lampeggianti. Sono le uniche strutture in grado di indurre l’automobilista a moderare la velocità. Io abito in via Recchi, qui vicino. A volte sembra di essere addirittura all’autodromo di Monza, non in un centro abitato. Ai miei figli dico sempre di non attraversare mai da soli, perchè è davvero un rischio troppo grande». Per residenti e lavoratori della zona è fondamentale trovare un modo per far rispettare il limite dei trenta.

«L’imperativo è eliminare al più presto questi paletti – auspica infine Massimiliano Malinverno -. E poi ben venga un semaforo a chiamata pedonale nel centro della via. Così correre diventa quasi impossibile, e il problema si risolve una volta per tutte.».

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