Como, famiglie con più debiti
ma sulla spesa ora si risparmia

I prestiti delle famiglie sono salite del 9% nell'ultimo anno a quota 12,2 milioni per nucleo. Ma ora ci si attrezza anche contro il caro-vita: e così eplodonom i Gas, i gruppi d'acquisto solidale per comperare alimentari con sconti fino al 25%.

Como - Non sono le famiglie comasche a chiedere alle banche i finanziamenti più pesanti. E non sono quindi le famiglie comasche le più indebitate d’Italia. Anzi, si collocano addirittura sotto la media nazionale. Como, nella classifica dei debiti, figura a metà della graduatoria con un prestito medio per famiglia di 12.255 euro. Un importo comunque non certo irrilevante, anche se - seguendo la dinamica dei prestiti - anche per Como va segnalato un certo rallentamento nel ricorso. Non certo invece per l’importo del debito acceso che nell’ultimo anno è cresciuto del 9% circa. Como comunque si colloca fra Chieti, dove si trovano le famiglie più indebitate (14.882 euro) e la città di Pesaro, dove l’esposizione è invece al minimo con 10.350 euro. La classifica, elaborata da una analisi di Crif Decision Solution su Eurisc, il sistema proprietario di informazioni creditizie che solo nello scorso anno ha registrato svariati milioni di pratiche di credito al consumo, non esita a collocare i comaschi fra i cittadini in un certo senso fra i più «parchi» d’Italia. Forse hanno imparato anche a spendere con più oculatezza. Oppure, forse, hanno imparato a far fronte al caro vita in maniera diversa. E così si scopre che questa nuova via ha aggregato quasi un migliaio di gruppi, valgono 200mila euro e rifiutano la grande distribuzione: supermarket, discount e centri commerciali. Il popolo dei Gas del comasco ha un giro d’affari annuo imponente, circa duecentomila euro, interessa trecento famiglie, con venti gruppi presenti sul territorio e più di venti produttori. L’alternativa al carrello della spesa e alla grande distribuzione già esiste ed è una realtà nel comasco, sono questi gruppi di persone, i Gas (Gruppi d’acquisto solidale). Niente carrelli ma cassette della frutta e ampi borsoni ecologici per contenere conserve, pasta, miele, detersivi e molto altro. Il giro d’affari è notevole e rende questi gruppi una delle principali realtà economiche della provincia per denaro movimentato. La scelta di vivere l’acquisto in modo più etico e virtuoso coinvolge più di un migliaio di persone, che si alimentano per più del sessanta per cento con prodotti acquistati attraverso i Gas. «Si vuole conoscere e capire quanto si mangia, e cosa può soddisfare questa richiesta meglio di una visita al produttore - spiega Silvia Re dell’Associazione "L’isola che c’è" di Como che coordina i Gas presenti sul territorio -. I nostri gruppi conoscono il prodotto e chi lo ha creato, sono consumatori attivi e informati». Questa sarebbe la differenza principale con il canale più consolidato, nei Gas si compra poi di tutto, non solo alimenti ma anche detersivi. «La distinzione principale per noi è tra fresco e secco, il fresco diventa chiaramente un problema, infatti deve restare per forza di cose per un breve periodo in casa di chi distribuisce gli alimenti ed è a rischio deperimento - prosegue Silvia Re -. Si tratta di un grosso limite che rende più difficile operare, poi ci sono delle felici distinzioni, per esempio abbiamo acquistato otto bancali di arance cresciute in terreni confiscati alla mafia, questi frutti vengono distribuiti a tutti con grande soddisfazione anche di persone che non partecipano ai gas». Grande spazio quindi al secco, e a tutti gli alimenti non deperibili, per i Gas la parte principale del loro mercato: «Per il nostro tipo di distribuzione il vasetto, la pasta, il miele, l’olio, sono i prodotti più importanti. Il fresco diventa più problematico, ma comunque chi si avvicina a noi poi cerca di comprare comunque attraverso altri canali, non il centro commerciale o il supermercato. Si cerca il coltivatore o magari ci si affida alla bancarella del mercato. I consumatori dei gruppi d’acquisto acquisiscono una visione diversa del commercio». Formare un Gas non è poi neppure molto impegnativo, anche se non c’è lo scaffale comodo da cui togliere i prodotti: «Non è neppure facilissimo per questo "L’isola che c’è" di Como cerca di dare una mano ai gruppi che si formano. Comunque non c’è molta burocrazia e non siamo ritenuti un’entità commerciale».
Giovanni Cristiani

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