Como, meccanico in crisi
Valanga di cassa integrazioni

Anche il sistema territorio copmasco registra pesanti contraccolpi per il metalmeccanico. Diverse le aziende che hanno avviato l'integrazione salariale e per almeno 450 tute blu ilposto di lavoro sarebbe a rischio

Aumentano le aziende metalmeccaniche in crisi. Ad attivare la cassa integrazione per 130 lavoratori è stata la Dell'Orto di Cabiate, 290 dipendenti, produttrice di carburatori. Il provvedimento, motivato dal calo degli ordinativi è legato alla crisi del settore auto, resterà in vigore 12 settimane. Si aggiunge, poi, l'Omp Porro, di Cucciago, specializzata in componenti d'ottone per il settore del legno arredo, che su 157 persone ha attivato la Cig per 57 operai. Cassa integrazione straordinaria invece per i 45 dipendenti della Defim di Alzate Brianza, per chiusura. Differente la situazione della BTicino di Erba che ha drasticamente concluso 37 contratti di somministrazione e preannunciato 3 giorni di fermo collettivo, per i 400 dipendenti. «La crisi del settore è evidente - ha dichiarato Alberto Zappa, segretario Fim Cisl - la preoccupazione è che situazioni in cui sono state attivati ammortizzatori sociali per ragioni strutturali si trasformino in veri e propri esuberi». Dalla fotografia del settore sul territorio, diffusa dalla Cisl, emerge la crescente crisi: il 91% delle aziende è ormai coinvolta in procedure di cassa integrazione, 13 in tutta la provincia, coinvolgendo complessivamente 854 addetti, di cui 270 in cassa integrazione ordinaria e 45 in cassa integrazione straordinaria. Finora 21 gli esuberi registrati. Resta inoltre l'allarme in Alto Lago, per la situazione calda delle Fonderie-Afl di Dongo: 414 i dipendenti coinvolti. Il gruppo industriale, che fa capo alla famiglia Castiglioni, ha messo in cassa integrazione fino al novembre del prossimo anno, 130 lavoratori, ma la preoccupazione sale intorno al ritardo con cui viene attuato il piano di industriale, su cui è stato autorizzato i ricorso all'integrazione salariale. «Il rientro dei 130 cassaintegrati - ha spiegato Fausto Tagliabue, segretario Cisl - era l'obiettivo dell'attivazione della cassa straordinaria, autorizzata sulla base di un piano industriale, che prevedeva a fine 2008 il passaggio di 50 persone da Afl alle Fonderie di Dongo e le restanti nel 2009. Il presupposto era l'acquisizione e il trasferimento di impianti e volumi dalla società Teksid, del gruppo Fiat. Ad oggi però - sottolinea Tagliabue - le acquisizioni degli impianti non sono state fatte. Un ritardo che ci preoccupa». Al prossimo incontro con l'azienda - ha precisato Alberto Zappa, Fim Cisl - chiederemo conto del ritardo, chiederemo risposte precise sul piano industriale. Teniamo conto che si parla complessivamente di 414 lavoratori, tra Afl e Fonderie». L'incontro è previsto per martedì prossimo, ma dai lavoratori sale la richiesta di avere risposte precise soprattutto sul comparto ghisa. Settore già decurtato di una linea produttiva, quella dei raccordi venduti all'austriaca Fisher, e per il quale il nuovo piano industriale prevede la creazione di un nuovo prodotto: il block-fitting. «Lo sviluppo dei nuovi prodotti - specifica Zappa - è alla base del recupero totale delle persone in cassa integrazione». Amalia Barbara Di Bartolo

© RIPRODUZIONE RISERVATA