Creme solari, basta bugie:
lo schermo totale non esiste

Basta etichette ingannevoli sulle creme solari: da questa estate in tutta Europa è infatti vietato pubblicizzare i prodotti per la protezione dai raggi ultravioletti con scritte del tipo schermo totale

In base alle nuove regole Ue sull’etichettatura dii creme e oli solari (varate nel 2006 ma entrate completamente in vigore quest’anno) non esistono infatti prodotti che assicurino una protezione assoluta. Nemmeno quelli destinati ai neonati e ai bambini.
Dunque, attenzione a sentirsi troppo sicuri mentre ci si abbronza, prolungando oltremodo i tempi di esposizione al sole estivo. Sia i raggi Uvb, quelli che causano le scottature, sia i raggi Uva, causa dell’invecchiamento prematuro della pelle e fattore di rischio per quel che riguarda il cancro, sono sempre in agguato. E non tutti i prodotti in commercio ci proteggono dai secondi.
Per questo Bruxelles ha voluto fare chiarezza sul sistema di etichettatura delle creme solari, invitando l’industria del settore a scrivere sui propri prodotti «informazioni semplici, comprensibili e standardizzate». Ma soprattutto «non ingannevoli». Questo per permettere ai consumatori di poter acquistare i prodotti solari con più consapevolezza, utilizzandoli nella maniera più corretta. Ecco allora che le etichette d’ora in poi devono avere solo quattro tipi di diciture: bassa, media, alta o altissima protezione. E su ogni confezione dovrà comparire almeno il logo del fattore di protezione dai raggi Uva, per rassicurare che la crema non difende solo dalle scottature, ma è stata testata anche contro i raggi che possono provocare il cancro alla pelle.

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