Crisi MisterDay, saltato
l'accordo sulla "cassa"

Un pasticcio burocratico fa rinviare ancora la firma dell'intesacon il ministero per estendere l'integrazione salariale dai dodici ai ventiquattro mesi

Como - Mr Day, accordo rinviato. E tutto per colpa di un cavillo burocratico. In questi giorni avrebbe dovuto essere siglata l’intesa tra parti sociali e proprietà, raggiunta sulla quasi certezza di ottenere da Roma la copertura per la cassa integrazione straordinaria prolungata fino a 24 mesi - invece dei 12 iniziali. Ora però tutto si ferma. Il destino dei 75 lavoratori coinvolti nella chiusura per cessata attività dell’azienda del gruppo Vicenzi resta appeso a un filo. Tutto dipenderà dal prossimo incontro che i sindacati avranno a Roma con i tecnici del ministero del Lavoro, già fissato per mercoledì prossimo. Soltanto allora si potrà sapere se Roma concede o meno la copertura finanziaria per i 24 mesi. Il perché di un passo indietro inaspettato proprio quando mancava solo di mettere nero su bianco le condizioni concordate tra le parti? L’intoppo è solo ed esclusivamente burocratico. La domanda per accedere alla copertura del prolungamento della cassa integrazione straordinaria per cessata attività è stata compilata sì dagli uffici regionali per l’istruzione e la formazione professionale che stanno seguendo la pratica Mister Day, ma non nel modo corretto. E tanto è bastato per far sì che i dirigenti ministeriali la rispedissero al mittente. Risultato: il sindacato dovrà tornare a Roma a ritrattare la questione, sperando di incassare un deciso appoggio. «L’opportunità di prolungare la cassa per altri dodici mesi è una novità prevista dalla Finanziaria 2008 - spiega Caterina Valsecchi, segretaria della Fai-Cisl - può darsi che la domanda sia stata compilata senza tenere conto delle nuove procedure, quindi dobbiamo andare a Roma per fare di nuovo richiesta». «Speriamo solo - conclude di non dover combattere, ma di ottenere una risposta positiva». Nulla di fatto dunque. La prospettiva di chiudere l’accordo nel minor tempo possibile si allontana. E la firma di un’eventuale intesa slitta di fatto di almeno due-tre settimane. Una volta ottenuto l’ok dal ministero del Lavoro, i sindacati contano di chiudere il tutto entro il 20, massimo 25 di aprile. «Se abbiamo il consenso del ministero - spiega la Valsecchi - a quel punto è tempo di qualche giorno, sicuramente dovremmo finire prima del 25 aprile». In che termini? Negli incontri delle scorse settimane organizzazioni sindacali e proprietà sembrano essere arrivati a un’intesa, che dovrebbe garantire la cassa integrazione per cessata attività per 14 mesi per tutti i 75 lavoratori dello stabilimento di Lurate Caccivio e, in aggiunta, prevedere anche la mobilità. «Il problema è che tutto l’equilibrio si gioca sulla cassa – incalza la Valsecchi - perché parliamo di lavoratori con una professionalità limitata, specializzata sul settore alimentare, per metà si tratta di donne e per di più abbiamo un’età media molto alta, che superano i 40 anni». C’è poi da considerare che la copertura garantita dall’azienda sull’assegno di mobilità erogato dall’Inps dovrebbe fermarsi al 10-15%. Calcoli alla mano. L’ente previdenziale statale invece per legge stanzia 800 euro lordi mensili a chi prende uno stipendio inferiore ai 200 euro lordi circa, 930 invece se si supera questa soglia. Conti alla mano, quindi, i lavoratori Mr Day dovrebbero perdere tra i 300 e 400 euro al mese: e lo stesso varrebbe per la cassa integrazione straordinaria.
Chiara Sirna

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