Diocesi unita nel pellegrinaggio
Cronaca di un viaggio d’amore

Tornati da Lourdes i 3.200 fedeli (400 i malati) partiti con il vescovo Coletti

Un forte senso di unità: è stata questa una delle percezioni più vibranti che i fedeli rientrati sabato dal pellegrinaggio a Lourdes si porteranno a lungo nel cuore come una nuova certezza, come l’emblema di una fraternità che ai piedi dei Pirenei si è resa particolarmente tangibile e credibile. Erano 3200 i pellegrini giunti a Lourdes dalle varie zone diocesane, dalla Valtellina alle valli Varesine, dall’alto lago alle aree del Lecchese, con mezzi e tempi diversificati - due treni, otto aerei, cinque pullman - e ognuno aveva un carico di desideri da affidare alla vergine Immacolata che apparve alla piccola Bernadette esattamente 150 anni fa. A supportare la diocesi nell’organizzazione dell’evento che ha visto protagonisti soprattutto sofferenti, malati, disabili e anziani non autosufficienti, in tutto 400, assistiti da altrettanti volontari, ha assunto un ruolo decisivo come nelle precedenti occasioni l’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e ai santuari internazionali) sotto la guida del presidente della sezione locale Vittore De Carli, con la collaborazione dell’Opera Don Guanella che quest’anno, sottolineando il valore del centenario della prima professione religiosa del suo fondatore, ha espresso un particolare sostegno al pellegrinaggio della diocesi comense coinvolgendo partecipanti da tutte le case guanelliane presenti in Italia.

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