dominioni punto & pasta

dominioni punto & pasta

?Abbiamo conquistato i russi, trasformando il loro tortellino artigianale in un prodotto industriale. Oggi il nostro obiettivo è convertire i cinesi a mangiare la pasta fresca e gli spaghetti. E questa eventualità non è lontana?. Sarà che l?entusiasmo e l?ottimismo sono contagiosi, sarà che l?ambiente appare molto giovane e brillante. Alla ?Dominioni Punto & Pasta? di Lurate Caccivio la voglia di osare non manca e, ogni posto del mondo, sembra una meta facilmente raggiungibile. Sicuramente il planisfero, che campeggia nella sala riunioni dell?azienda, era già ben stampato nella testa di Pietro Dominioni, che, con la pasta fresca, aveva lavorato fin da ragazzino. Più di sessanta anni fa, le macchine per fare la pasta, non esistevano. La produzione era completamente manuale. Ma gli servì la propria esperienza di artigiano meccanico e una saggia intuizione per decidere di mettersi in proprio. Coraggio, passione ed esperienza furono gli ingredienti giusti per una ricetta di successo: dare il via ad una attività solida sul territorio lariano, particolarmente significativa e peculiare da creare le condizioni per impiantare nuove e numerose basi all?estero. Da una piccola realtà artigiana, oggi la ?Dominioni Punto & Pasta? dà lavoro a 60 dipendenti, occupa un?area di cinquemila metri quadri suddivisa in tre unità distinte, due dedicate alla costruzione delle macchine e di veri e propri impianti e una che accoglie gli uffici amministrativi. Il fatturato annuo si aggira attorno ai 20 ? 25 milioni di euro. Il testimone è passato al figlio, Fabrizio, 34 anni, che manifesta la stessa voglia paterna di aggredire il mercato. In sessanta anni di storia, l?impresa di Lurate Caccivio ha ottenuto il primato mondiale nella creazione e commercio di macchine per la produzione di pasta fresca o secca, dirette un po? in tutto il mondo. Più del 70% della produzione di macchine per la pasta, infatti, finisce oltre i confini nazionali. ?Il mercato italiano rappresenta il cuore della nostra produzione ? spiega Fabrizio Dominioni, attuale titolare dell?azienda -. Ma siamo presenti un po? dappertutto. E possiamo affermare di avere al massimo un paio di concorrenti in tutto il mondo. La nostra abilità fino ad ora è stata quella di saper prevedere con anticipo le esigenze dei mercati esteri, capire le tendenze alimentari, individuare possibili lacune nel mercato e costruire le macchine capaci di colmare quei buchi. Abbiamo iniziato negli anni Ottanta, conquistando prima gli Stati Uniti e poi l?America del Sud. Oggi c?è un vero e proprio boom dei Paesi dell?Est, come Ucraina, Russia, Moldavia?. Un esempio? ?Nell?Europa dell?Est abbiamo scoperto che il cibo di largo consumo erano i ?pelvedi?, praticamente simili al nostro tortellino. Perché non provare a creare una macchina capace di produrli su larga scala? Così abbiamo costruito il macchinario. Oggi il tortellino russo è prodotto su scala industriale e la gente lo può comprare facilmente nei negozi e nei supermercati ben confezionato. Una vera e propria rivoluzione, fatta da noi??. Con questo metodo, l?azienda è arrivata a produrre più di 120 modelli di macchine diverse. ?E non abbiamo nessuna intenzione di fermarci qui ? continua Fabrizio Dominioni con una sicurezza pacata -. E? una delle nostra caratteristiche: capire ciò che vuole il cliente e accontentarlo ad ogni costo?. Una filosofia che punta tutto sull?innovazione tecnologica e sulla capacità di avere macchinari sempre più versatili e automatizzati, ma che deve tenere necessariamente conto dell?evoluzione dei gusti, del palato dei consumatori, degli stili di vita. ?Produciamo macchine che possono costare da un minimo di settemila euro a veri e propri impianti finiti che arrivano fino a quattro milioni di euro. Ma il futuro del nostro lavoro sarà nella produzione di macchine per la pasta di dimensioni medio ? piccole per lavorare con i mercati come Cina e India dove vedo la necessità di rifornire ristoranti e servizi catering?. In realtà l?azienda italiana è già approdata nel grande mondo asiatico. Ci sta lavorando da qualche anno e i risultati sono molto incoraggianti, perché il prodotto italiano piace. La cartina al tornasole sono i ristoranti italiani che, da poco, hanno aperto nelle grandi città. ?A Shangai per esempio, su quindici ristoranti italiani aperti, otto sono nostri clienti e il riscontro sul consumo di lasagne, trofie, tortellini è ottimo. Ai cinesi, ovviamente a quelli che se lo possono permettere, piacciono molto. Ma un?altra moda, che si va diffondendo, è la creazione di aziende che offrono servizi catering in grado di rifornire ristoranti, alberghi, compagnie aree. Anche su questo fronte, siamo interessati a seguire l?evoluzione di questi progetti pilota?. Contemporaneamente, anche i grossi colossi dell?industria alimentare italiana, come Buitoni, Fini, Rana e le catene di supermercati che producono direttamente i prodotti di pasta fresca, clienti principali dell?azienda lariana, hanno esigenze molto diversificate. ?Si va dal piatto pronto, al surgelato, alla pasta secca o fresca. Non ci sono limiti. Noi creiamo le macchine e poi seguiamo il cliente nella sua continua evoluzione, fondamentale per proporre sempre gusti e possibilità nuove. Ha presente la ?lasagna ruvida? o il ?fagottino?? Li abbiamo brevettati noi?. Sara Della Torre

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