Effetto Olimpiadi sull'economia
L'export protagonista in Cina

Le vendite di articoli e di tessuti sportivi raddoppiano in Lombardia, ma solo Lecco si frega le mani, a Como e Sondrio frenano. E Per Varese è un vero crollo delle vendite

Non è bastato il tessuto hi-tech della Mectex di Erba, l’industria tessile lariana che vestirà praticamente tutti i campioni olimpionici di nuoto, a rilanciare l’export di Como verso i Giochi di Pechino 2008. Anzi, insime e a Sondrio, i due sistemi industriali hanno invece perso terreno, con un vero e proprio crollo del giro d’affari verso l’Asia del 65% per Como e del 61% per la città valtellinese. Le Olimpiadi di Beijing, che già oggi possono essere archiviate come i Giochi della storia per business e giro d’affari creati, premiano invece l’industria della provincia di Lecco per capacità di export verso Pechino, in particolare per i prodotti sportivi: nell’ultimo anno è infatti stata l’unica provincia della regione a raddoppiare le sue esportazioni, mantenendo così lo stesso ritmo di crescita dell’export dell’intera Lombardia, con un +112%. Un tasso che sembra mantenere gli stessi valori anche nei primi tre mesi del 2008. Non solo: la dinamica delle vendite in Asia per il sistema lecchese brilla nei primi posti per prestazioni regionali: Lecco emerge fra i territorio che hanno una creascita fra le più consistenti nelle esportazioni, con un +43% ditero solo a Lodi (+53%) e davanti a Varese con un +28,1%. Ma a Varese i Giochi non portano particolare fortuna: il conto peggiore, più salato sotto il profilo economico, è proprio questa provincia a pagarlo con un business dimezzato (-100%) proprio in occasione delle Olimpiadi, nonostante nell’ultimo anno, complessivamente, le esportazioni abbiamo fatto segnare una crescita anche sostenuta al ritmo che ha sfiorato addirittura il 29%. Un valore quadruplo, tra l’altro, rispetto alla performance del distretto tessile e serico di Como, che con la Cina, gioco forza, ormai sono anni che è costretto a fare i conti: in termini di competitività industriale nel settore tessile (pagato a suon di chiusure di aziende e di posti di lavoro saltati), ma soprattutto in termini di difesa da aggressioni commerciali fatte a colpi di contraffazioni e di concorrenza sleale. Quel -65% di minori vendite verso Pechino di tessuti e articoli sportivi comaschi, sono solo il riflesso di una crisi che diventa concreta dietro a quel +7,8% di export che suona certo come un valore opaco per un sistema industriale che in questa sfida avrebbe potuto giocare un ruolo determinante anche per il proprio territorio. Intanto, complessivamente, la Lombardia ha iniziato a vestire le Olimpiadi già nei primi tre mesi del 2008, quando da gennaio a marzo sono raddoppiate le esportazioni di articoli sportivi lombardi nel Paese asiatico. Rispetto al primo trimestre 2007 l’incremento è del 106,7%, per un valore di quasi mezzo milione di euro, più di un terzo di quanto esportato complessivamente nell’intero 2007 (quasi 1,3 milioni di euro, +30% rispetto al 2006) e un settimo circa del totale italiano (13,8%). L’analisi, fatta sui dati diffusi dalla Camera di Commercio di Milano, mette anche in evidenza come, nonostante le esportazioni verso la Cina rappresentino solo l’1,2% dell’export mondiale di settore nel 2007, il loro peso è in crescita (era lo 0,9% nel 2006 ed è arrivato al 2,1% nel primo trimestre 2008). Ma nel 2007 tutto l’export lombardo verso la Cina è aumentato del 13,9% raggiungendo i 2,3 miliardi di euro. Il 99% è costituito da prodotti finiti e manufatti: in particolare, si esportano macchine e apparecchi meccanici (42,7% per un valore di 983 milioni di euro, +2,4% in un anno), elettrici ed elettronici (13,7% per 315 milioni di euro, +15%). Ma la crescita più consistente si registra nei mezzi di trasporto che quintuplicano il valore esportato, da 39 a 202 milioni di euro. Ancora più nel dettaglio di queste esportazioni, la fotografia dell’export verso la Cina di articoli sportivi vede la metà partire da Milano (49,2%), e un quarto da Lecco (26,1%, per un valore più che raddoppiato dal 2006 al 2007). Lecco è anche la provincia in cui l’export in Cina pesa di più sul totale di articoli sportivi esportati in un anno nel mondo: il 4,1% (era il 2% nel 2006). Estendendo l’analisi a tutti i settori ancora una volta è Milano la provincia più attiva verso il gigante asiatico, con 1,3 miliardi di euro nel 2007 (57,6% del totale lombardo, +26,9% in un anno). Seguono Brescia e Bergamo, ciascuna con l’11,6% del totale. Sponsor a parte, quindi, una parte della partita che viene giocata dall’industria a Pechino, quella lombarda è certo in prima fila. E non sembra aver sbagliato il tiro d’inizio.
Simone Casiraghi

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