Enti pubblici, allarme per i tagli:
potrebbe sparire anche il Cai

Allarme nel mondo del volontariato e di chi ama la montagna: se passasse il decreto annunciato da Tremonti, che prevede la cancellazione degli enti con meno di 50 dipendenti, fra le "vittime" illustri vi potrebbe essere anche il Club alpino italiano, prestigiosa e antica istituzione che ha solo 25 stipendiati, ma si regge sul volontariato

La paura dilaga. Dopo l'annuncio che nella manovra da 34 miliardi in tre anni annnuciata da Giulio Tremonti, si prevede la soppressione degli enti pubblici con meno di 50 dipendenti, scoppia la protesta ma n mano che si scopre che il taglio potrebbe anche avere vittime "illustri".
Tra questi ultimi però potrebbe cadere anche un pilasttro della vita culturale e della tradizione italiana, nientedimeno che il Club Alpino italiano. Il Cai infatti è retto solo da 25 persone e quindi con il decreto che arriverà, se sarà rispettato in base alla anticipazioni, potrebbe finire nella black list.
Il presidente del Cai, Annibale Salsa ha scritto una lettera ai ministri chiedendo di rivedere il parametro.
 Salsa ricorda che se è vero che il Cai ha 25 dipendenti stipendiati,è altrettanto vero che mobilita 305 mila soci volontari. Il bilancio del Cai è coperto solo al 30% dai fondi pubblici, ma fa risparmiare allo Stato molti soldi occupandosi di soccorso alpino, gestendo 761 rifugi e bivacchi (con 22.681 posti letto), tenendo in efficienza 72 mila chilometri di sentieri, formando istruttori, accompagnatori e operatori scientifici,

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